Una sonda giapponese mostra i dati prelevati dall'asteroide.
Alcuni dati della sonda giapponese Hayabusa, ancora in difficoltà nel suo viaggio di ritorno verso la Terra, hanno permesso di svelare qualche segreto dell'asteroide Itokawa. Presentati nel corso del convegno della Lunar and Planetary Science Conference di Houston, i dati mostrano che l'asteroide è coperto da regolite, un materiale molto fine formato dalla polvere di impatto delle meteoriti, che però non è diffuso uniformemente sulla superficie, ma si concentra in certe strutture piatte. Inoltre, la regolite non è molto fine, ma ha particelle di dimensioni simili a quelli della ghiaia terrestre.
Insomma, sembra che ci sia all'opera un qualche processo sconosciuto che sposta la regolite verso le zone più piatte dell'asteroide. La causa potrebbe essere l'urto con altri asteroidi che determina una serie di scuotimenti che a loro volta spostano la regolite verso queste zone.
Questo processo potrebbe anche spiegare il perché l'asteroide presenta pochi crateri, solo una sessantina più larghi di pochi metri. Quelli più piccoli potrebbero o non formarsi perché le micrometeoriti finiscono per spezzarsi all'impatto sulle strutture della superficie o perché finiscono per essere sommersi dalla polvere di regolite a causa degli scuotimenti.
Dai dati sui crateri si è cercato anche di stimare l'età del sasso spaziale, che sembra essere compresa tra i 10 e i 100 milioni di anni, con una notevole approssimazione dovuta propria ai dubbi sulla presenza dei crateri stessi. Se i crateri fossero veramente così pochi e non fossero stati cancellati dalla polvere, allora l'asteroide potrebbe non essere più vecchio di due milioni di anni. Si sarebbe formato nella cintura asteroidale tra Marte e Giove e poi il gioco gravitazionale dei due pianeti lo avrebbe spinto verso il Sole nella sua attuale orbita.
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