È la prima volta che succede negli ultimi 83 anni. L'Africa riserva ancora sorprese.
Uno studio pubblicato sulla rivista "Science" (vol. 312, n. 5775) dimostra che una nuova specie di scimmia identificata sugli altipiani della Tanzania lo scorso anno è molto più importante di quanto pensato fino a oggi. La nuova specie appartiene infatti a un nuovo genere di primati viventi, il primo scoperto in Africa negli ultimi 83 anni.
Chiamata inizialmente kipunji, la scimmia è apparsa inizialmente essere molto legata ai babbuini ma da analisi più approfondite si è capito che era in realtà di un genere diverso, da cui il nuovo nome che le è stato attribuito, e cioè Rungwecebus kipunji. "Si tratta di una scoperta emozionante, perché dimostra che l'età delle scoperte non è finita" spiega William Stanley del Field Museum di Chicago. "È un fatto che ci ricorda quanto abbiamo ancora da imparare sulla biodiversità del nostro pianeta", aggiunge Link Olson del Museo dell'Università dell'Alaska.
Inizialmente la nuova scimmia era stata inserita nel genere Lophocebus ed era stata identificata solo grazie ad alcune fotografie. Ma nel corso dello scorso anno, un contadino della zona è riuscito a intrappolare un esemplare. Gli scienziati così lo hanno potuto esaminare in modo più approfondito e hanno eseguito anche un test del DNA.
Il test ha dimostrato che la scimmia era imparentata più con i babbuini che con i Lophocebus. Un dato confermato dall'analisi di un intero pacchetto genetico. Alta quasi un metro (circa 90 centimetri) la scimmia ha la coda molto lunga, la pelliccia grigia e marrone, il muso nero, con zampe anteriori e posteriori ugualmente nere. Gli esemplari adulti hanno un verso molto riconoscibile, basso e lento. La scimmia vive sui pendii boscosi delle montagne a una altezza di circa 2400 metri e mangia foglie, fiori, frutti, licheni e piccoli invertebrati.
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