Due atomi di rubidio sono stati uniti per formare un cristallo di luce artificiale
Qualche volta la scienza può far unire ciò che normalmente si respinge. È il caso di due atomi di rubidio, che in natura appunto si respingono, ma che i ricercatori dell'Università di Innsbruck hanno invece unito in un "cristallo di luce" artificiale. Lo studio è apparso su “Nature” (Vol. 441 n.7095), e non è il primo a dimostrare che gli atomi hanno comportamenti bizzarri se portati a temperature dell'ordine del milionesimo di grado. Ad esempio è stato dimostrato in passato che due atomi in queste condizioni possono fondersi a formare un unico quanto di energia, assumendo caratteristiche simili a quelle del laser. Un'altra caratteristica di questi sistemi superfreddi è che si possono immergere gli atomi in dei reticolati ottici, cioè delle strutture di luce laser che assomigliano a quelle estremamente ordinate degli ioni nei cristalli.
È proprio sfruttando le caratteristiche di questi reticolati che il team coordinato da Klaus Winkler ha prodotto lo strano "matrimonio": con un campo magnetico i ricercatori hanno costretto a riunirsi i due atomi di rubidio in uno dei vertici del "cristallo di luce", e quando il campo magnetico è stato tolto hanno notato che non solo i due atomi rimanevano accoppiati, ma saltavano da vertice a vertice, un po' come gli ioni nei cristalli naturali.
La spiegazione di questo comportamento è stata data da Peter Zoller, un fisico teorico della stessa Università. Secondo Zoller, i due atomi accoppiati sono in uno stato eccitato, cioè con un eccesso di energia, che cercano di cedere per tornare allo stato fondamentale. La struttura ordinata del reticolato però permette di saltare solo a stati di energia ben precisi, quindi se le dimensioni sono quelle giuste si può "proibire" agli atomi di separarsi. Questo esperimento può fornire delle spiegazioni su alcuni comportamenti "anomali" dei veri cristalli, come la superconduttività.
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