Le analisi da satellite sembrano dimostrare che i laghi sotterranei del Polo Sud sono in collegamento.
Un sistema di fiumi sotterranei unisce i laghi glaciali sotterranei dell'Antartide. La scoperta è stata presentata sull'ultimo numero della rivista Nature (vol 440, n. 7087) da un team di ricercatori inglesi coordinati dall'University College di Londra. Nell'articolo, i ricercatori spiegano di aver individuato sotto i ghiacci artici fiumi delle dimensioni del Tamigi, in grado di muovere tra un bacino e l'altro in circa 16 mesi una quantità di acqua pari a un milione e 800 mila chilometri cubi, al di sotto di una crosta ghiacciata di tre chilometri di spessore. Si tratta di una quantità di acqua pari a due terzi di quella scaricata in mare dal Tamigi.
Questa scoperta dimostra che i laghi subglaciali non si sono evoluti in condizioni isolate per milioni di anni, come si pensava fino a oggi. I fiumi sono stati trovati grazie all'analisi delle immagini satellitari della calotta polare dell'Antartico orientale: ci si è accorti, infatti, che la superficie del ghiaccio era più bassa di circa tre metri al di sopra di un lago subglaciale, mentre al di sopra di altri due altri laghi a 290 chilometri di distanza la superficie tendeva a fare una sorta di rigonfiamento. Secondo gli esperti sono proprio questi differenze nell'altezza della calotta di ghiaccio a essere la spia del flusso di acqua tra i vari laghi.
L'ipotesi degli esperti è che qualcuno di questi fiumi possa portare l'acqua dei laghi fino sulla costa, così da farla scaricare in mare. Inoltre è possibile pensare che i laghi non siano degli ecosistemi separati, e che i batteri che vi vivano siano in grado di viaggiare anche per lunghe distanze seguendo questi flussi di acqua. Da qui la preoccupazione che un'eventuale contaminazione di uno di questi laghi, magari attraverso un'operazione di trivellamento come quella prevista da alcuni ricercatori russi tempo fa, si traduca in una contaminazione dell'intero sistema idrico.
I laghi subglaciali sono stati scoperti per la prima volta negli anni Sessanta; fino a oggi ne sono stati individuati 150 ma si pensa che ne esistano migliaia.
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