Dopo trent’anni esatti chiarito il mistero degli esperimenti della sonda Viking
Ricercatori americani hanno risolto il mistero delle tracce chimiche compatibili con la vita che la sonda Viking aveva trovato nel 1976 sul suolo marziano. In due studi che compaiono sulla rivista scientifica “Astrobiology”, i ricercatori dell'Università della California di Berkeley (giugno 2006, vol. 6, n. 3: 451-462) assieme ad altri ricercatori dell'Università del Michigan (giugno 2006, vol. 6, n. 3: 439-450), affermano che quelle tracce possono essere il prodotto di reazioni chimiche inorganiche dovute a sostanze che si producono sul suolo marziano grazie all'enorme quantità di elettricità scatenata da violente tempeste di polvere.
Lo sfregamento delle particelle di polvere durante le tempeste genera intensi campi magnetici che a loro volta liberano elettroni dagli atomi e dalle molecole della sottile atmosfera del pianeta. Questi elettroni si scontrano con molecole complesse come quelle d'acqua o di anidride carbonica e le spezzano, creando così dei prodotti chimici che a loro volta reagiscono con altri costituenti dell'atmosfera marziana. Uno dei principali prodotti finali di queste reazioni sarebbero l’ozono e il perossido di idrogeno.
Nel giugno-luglio 1976 la sonda Viking aveva compiuto degli esperimenti sul suolo marziano, aggiungendo al terreno dei nutrienti misti ad acqua: se vi fosse stata presenza di vita, i nutrienti sarebbero stati utilizzati e si sarebbero trovati dei prodotti di scarto. I tre esperimenti condotti diedero dei risultati contraddittori: da un lato infatti si era visto qualcosa di attivo nel suolo, dall'altro però mancava qualsiasi traccia di sostanze organiche. Evidentemente, due sostanze inorganiche — il perossido di idrogeno e l'ozono — imitavano la vita dal punto di vista chimico e avevano dato un falso risultato positivo.
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