Mercoledì 9 luglio
Antica e moderna Ercolano.
Questa mattina di nuovo in giro con il simil-trenino. Fino alla Cava Fiengo, dove lavorano la lava proveniente dalla vicina cava e dall’Etna. Gli enormi blocchi di pietra scura
vengono tagliati con grandi lame rotanti raffreddate ad acqua… un rumore “peggio delle battaglie di Guerre Stellari!” commenta Amrit.
Poi gli scalpellini la lavorano per produrre le pietre per pavimentare le strade: a mano seduti sotto un ombrellone, si riparano gli occhi dalle schegge con dei grandi occhiali.
Negli edifici bassi, ci sono i laboratori dove, con pazienza e destrezza, le donne decorano tavoli, sedie e altri oggetti per l’arredamento.
Poco più in là, una bella coltivazione di pomodorini, che abbiamo mangiato colti direttamente dalla pianta. Tutto biologico… almeno speriamo. In ogni caso, buonissimi.
È il Creator Vesevi, il Vesuvio Creatore: non distruttore, ma amico della gente che vive sulla sua terra ricca e fertile e usa la sua lava per costruire, arredare, pavimentare.
Dopo la cava, il Museo Archeologico Virtuale: una riproduzione completamente in 3D ricrea le antiche Ercolano e Pompei a partire da quello che oggi si può vedere negli scavi (l’ingresso è a poco più di cento metri dal Museo) e fa rivivere i tragici momenti dell’eruzione.
E così dopo il virtuale, entriamo nella vera Ercolano, in quello che rimane oggi dello splendore di un tempo. Prima di entrare, cerchiamo di dimenticare il caos e il rumore della città di oggi e facciamo un viaggio immaginario nel passato. Qui sotto, dove oggi c’è una montagna di fango indurito, c’era la spiaggia, su cui si affacciava la villa più prestigiosa di tutta Ercolano. Ancora oggi si apprezza lo sfarzo e il lusso di cui si era circondato il proprietario.
I bambini esplorano affascinati questo residuo di un passato lontano. Entrano nella case, cercano di scoprire come vivevano.
“Dov’è il bar?” chiede la guida Mattia che ci accompagna nella visita… senz’altro un antico ercolanese spedito nel futuro per raccontarci le sua storia. “Il bar, che si chiamava popina, è al prossimo incrocio. E qui c’è il negozio che vendeva … che cosa vendeva?”
“Semi, verdura e cacchette di capra - dice Alberto, - almeno così sembrano ora… “
“E com’erano le porte di questo negozio? Chi indovina diventa proprietario del negozio” chiede ancora Mattia.
“Un cancello…” dice Maxine, “Sì, un cancello” conferma suo fratello Kai.
“…scorrevoli! Erano porte scorrevoli!” afferma Amrit, con la sua solita baldanza, “Guardate qui, per terra, ci sono delle rotaiette: qui scorevano le porte.”
“Bravo!” si complimenta Mattia “ora sei tu il proprietario del negozio.”
Facciamo ancora un giro in questo posto stupendo, che per qualche miracolo acustico, è completamente isolato dal rumore della città, si sentono solo gli uccelli e il vento tra gli alberi… Altri visitatori non ci sono…
E poi dobbiamo rituffarci nel caos moderno, ma ci consoliamo con un fantastico gelato da Gallo. “La migliore gelateria del mondo”, ci comunica Ciro, il nostro anfitrione ercolanese che ci ha ospitato come dei re e delle regine in questi giorni napoletani.
Saliamo a bordo e salpiamo alla volta di Stromboli. Purtroppo non c’è vento e dobbiamo navigare a motore. Arriveremo domani, nel primo pomeriggio.
Simona Cerrato