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15 gennaio / A casa
I bambini e gli scienziati protagonisti di Mini Darwin alle Galápagos sono tornati a casa, soddisfatti e contenti. Un’esperienza che nessuno dimenticherà. Le isole sono state l’ambiente ideale per osservare dal vivo mimetismo, adattamento, evoluzione, biodiverstà ecc. e riflettere sull'eredtà del pensiero di Darwin. Ogni giorno i bambini si sono impegnati nelle attività di osservazione ed esplorazione. Si sono subito appassionati al lavoro del naturalista, che hanno svolto con interesse, passione e professionalità.
Alberto B., Alberto R., Amrit, Fulvia, Margherita, Mary, Philippe e Tommaso, insieme agli scienziati della spedizione, Alfred Beran (OGS, Trieste) e Giorgio Budillon (Università Parthenope, Napoli), hanno fatto un gran lavoro! I loro diari, le foto e i disegni, le loro impressioni e i loro pensieri arricchiranno presto le pagine di questo sito, sul quale è già pubblicato il diario di viaggio, e verranno usati per la produzione del libro per ragazzi che Editoriale Scienza sta preparando.
È stato di più di quanto immaginassimo. Dopo tutti i libri letti e tutte le immagini di altri viaggiatori che hanno riportato testimonianze fantastiche, c’era il rischio che lo spettacolo non fosse all’altezza delle aspetttive. E invece le Galápagos sono più di quanto avessimo immaginato.
Le morbide colline vulcaniche dell’isola di Floreana, con i colori secchi della stagione invernale che ricoprono le forme coniche degli antichi vulcani, il rosso di Rabida con brandelli di verde che contrastano con il bianco scheletrico del palosanto in tenuta invernale, gli scuri fiumi di lava pietrificata di Santiago dove non c’è traccia di vegetazione, il primordiale paesaggio di Bartolomé, con le sue forme che hanno congelato nelle loro contorsioni la violenza delle antiche eruzioni e i suoi canali scuri e profondi, il vento che soffia libero dall’oceano mai calmo, le misteriose foreste di cactus, le spiagge bianche o scure a seconda che siano organiche o di origine lavica… sono un’emozione continua.
Ma gli animali: loro sono la cosa più straordinaria. Ogni giorno un nuovo incontro ravvicinato. Non hanno paura e sono ovunque. Le tartarughe giganti dell’altopiano del Chato su Santa Cruz: protuberanze viventi che emergono dalla terra. E della terra hanno lo stesso colore, bruno, e sul carapace crescono i muschi. Con le loro zampone, fatte di un materiale gommoso, robusto e flessibile, ricoperto di scaglie, si spostano con primitiva lentezza. Ci guardano con le loro facce incomprensibili.
Le iguane di mare afflosciate sulle rocce, mimetizzate, pigre, con la faccia sorridente, gli unici rettili a nuotare nel mare. Le iguane di terra, giallastre con il muso allungato e la bocca un po’ sporgente, gli artigli più piccoli, si mangiano le foglie dei cactus con spine e tutto.
Le otarie, che popolano tutte le spiagge, se ne stanno quasi sempre pigre sulla sabbia. Tormentate dalle mosche. Poi una decide che deve andare chissà dove e si alza sulle pinne e avanza faticosamente trascinando la sua possente massa flessuosa, lo sguardo deciso verso la meta… dopo pochi passi, però, stanca dell’impresa, si accascia e rimane lì. Chissà dove voleva andare?
Le sule piediblu su Española e le sule piedirossi di Genovesa: sono tantissime. I piedi sono veramente di un colore intenso, e sembrano di plastica. Assistiamo alla danza di corteggiamento delle sule piediblu: il maschio offre alla femmina dei rametti e altri oggetti che dovrebbero servire a rendere più confortevole il nido. Poi allarga le ali. Avvicinano i becchi come per baciarsi. Vediamo i piccoli delle sulepiedirossi nei nidi abbarbicati ai rami contorti dei palosanto.
Sulla riva di Bartolomé vive una colonia di pinguini, simpatici e amichevoli. Sono piccoli e grassottelli. In acqua sono delle frecce. Sono arrivati qui seguendo la fredda corrente di Humboldt che viaggia dall’Antartide verso l’equatore, scorrendo lungo le coste dell’America meridionale.
E poi squali, tartarughe di mare, delfini, gamberi rossi sulle rocce nere, fregate, petrelle, pellicani, albatross e molti altri uccelli marini… e naturalmente i fringuelli di Darwin che ci hanno fatto compagnia durante tutta la missione.
Simona Cerrato