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28 dicembre / L'incontro con i bambini di Santa Rosa
Sono le sette di sera, e tutta l’isola di Santa Cruz è al buio, così uso la luce dello schermo del computer per scrivere il racconto di oggi. Lo schermo si riempie di moscerini attirati dalla luce.
Questa mattina siamo andati a incontrare i bambini della scuola primaria del pueblo di Santa Rosa.
Pochi edifici bassi, colorati, alcuni senza vetri alle finestre — tanto qui fa sempre caldo — intorno a un cortile dove giocano i bambini, dai cinque agli undici anni. È l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze, e hanno appena finito di festeggiare il compleanno di un loro compagno. Hanno tutti delle belle faccce allegre, e allegri sembrano veramente. Arriviamo noi con la nostra attrezzatura informatica, computer e proiettore… una cosa che il direttore della scuola, un giovane maestro che ci accoglie con amicizia, ci fa subito notare: “I nostri bambini non hanno il computer, a noi la tecnologia ci passa molto in alto sopra le nostre teste… Sarebbe una buona idea se poteste aiutarci ad attrezzare la scuola con un computer”. Lo faremo, assicuriamo noi.
Speriamo di mantenere questa mezza promessa. Dopo la presentazione dei bambini — Mary, Alberto, Fulvia e Albi hanno preparato un racconto della loro città e della loro scuola — si torna tutti in cortile. Amrit prende un pallone a comincia a giocare da solo… dopo poco si uniscono altri bambini e in breve tempo si mette su una bella squadra.
I ragazzi e le ragazze di Santa Rosa sono bravissimi! Su questo sono tutti d’accordo. E sono anche bravissime le bambine ad arrampicarsi sugli attrezzi: Fulvia è stupita della velocità e dell’abilità.
Facciamo un po’ di foto tutti insieme. Poi, quando dopo i saluti stiamo per andarcene, ci invitano a pranzo e così rimaniamo a mangiare nella mensa della scuola. Sono organizzati così: a turno una delle mamme dei 79 bambini della scuola prepara il pranzo per tutti: oggi c’è riso con pollo arrosto e patate. Buono. Finito il pranzo si sparecchia e si lavano piatti e pentole.
Dopo pranzo un altro assaggio della ricchezza delle Galápagos: andiamo in città, a Puerto Ayora, la più grande di tutte le isole, e da lì andiamo alla spiaggetta davanti alla stazione Darwin: granchi rossi, iguane di mare, varie lucertoline che da noi farebbero una gran figura e qui passano quasi inosservate, fregate che solcano il cielo con i loro voli eleganti, pellicani dappertutto… così, senza fare nessuna fatica. È quasi troppo facile! Sulle rocce nere che costeggiano la piccola spiaggia bianca se ne sta un’iguana, gialla, arancione, brunata, indifferente al mondo e alle persone che le osservano e la fotografano senza pausa. Ogni tanto sputa un getto di sale.
Simona Cerrato