Ogni paese ha il proprio concetto di distanza e di tempo. Si tratta evidentemente di concetti molto relativi. Quanto durano i trasferimenti da un luogo all’altro e quanti chilometri si devono effettivamente percorrere lo si scopre solamente quando il viaggio è terminato. Anche il navigatore di Luis perde la cognizione della distanza percorsa e del tempo che manca a destinazione. Un momento dice che arriviamo alle 19:43… un momento dopo alle 23:37. E poi di nuovo torna indietro e poi di nuovo avanti. In sostanza quando si chiede “Quanto manca?” la risposta è sempre “Una horita mas!”… ancora un’oretta.
Se ci si sposta in città o in paese l’unità di misura della distanza è la quadra, cioè un isolato. Quanto ci vuole per andare alla spiaggia? È qui vicino, rispondono. Solo 4 quadras! E invece cammina cammina – sotto il sole cocente e oltre 40° di temperatura con ondate di calore che salgono dalla strada… – le 4 quadras diventano, come dice Kika, quattrocento. È quello che ci è capitato ieri quando volevamo andare a farci un bagno rinfrescante dopo la lunga giornata con i dinosauri.
Oggi poi la nostra intenzione era di andare in gita all’interno di un canalone che dall’altipiano sopra El Chócon porta al lago in una zona dove ci sono impronte di dinosauro che affiorano sul terreno, perfettamente visibili. La prima persona a cui chiediamo ci dice che il canalone è lungo circa 80 metri, con pareti alte e una bella ombra fresca dove crescono piante… Possiamo tranquillamente camminare e fare una bella sosta per giocare e rifocillarsi… Elio invece, il padrone della Posada dove stiamo in questi giorni, ci dice che il canalone è molto lungo, ci vogliono 3 o 4 ore per percorrerlo tutto, e per scendere bisogna stare attenti perché è piuttosto scosceso. Ma una volta arrivati all’interno è tutto facile, e all’ombra delle alte pareti è possibile camminare bene. Elio ci sembre più affidabile quindi decidiamo di prendere il nostro pullmino per spostarci, e fare solo una parte del canalone.
Ma anche la versione di Elio si rivela non proprio corrispondente alla realtà, o almeno non alla nostra realtà. Di ombra non c’è traccia. Il canalone avrà 200 gradi… e raggiungerlo ci pare una cosa impossibile. Ci fermiamo al mirador per ammirare il paesaggio. Mozzafiato. Pare impossibile che nella distesa assolutamente piatta si possa aprire un tale spacco nella roccia rossa che si inoltra tortuoso e assolato fino al lago.
Ci sistemiamo all’ombra di un tetto di roccia che ci offre riparo a tutti dal sole insostenibile anche per i più amanti della calura. Poi alcuni coraggiosi si incamminano verso il fondo.
“Questo è uno dei canyon che molte migliaia di anni fa erano percorsi dagli affluenti del Rio Limay il cui tratto principale è ora occupato da un grande lago artificiale, – ci racconta Marco. – Le rocce che ci circondano sono arenarie, cioè sabbie pietrificate, di colore rosso scuro che i geologi hanno battezzato Formazione Candeleros e che sono legate alla presenza di antichi fiumi.
Molto tempo fa, tra i 99 e i 93 milioni di anni fa, nel periodo Cretaceo, qui correvano infatti grandi fiumi che solcavano con ampi menadri una sconfinata pianura.
In quel tempo l’area della provincia neuquina era una zona relativamente piana, molto estesa e attraversata da corsi d’acqua intrecciati, nella quale si estendevano lagune a bassa profondità e di grande estensione, forse unite da ampie barre sabbiose e molteplici canali poco profondi.
Si trattava quindi di un ambiente fluviale perenne e ricco d’acqua, molto probabilmente vegetato e con estese pianure alluvionali adatte al proliferare della vita. Il clima caldo e umido di tipo probabilmente subtropicale, con brevi stagioni secche, conferiva a tutta l’area, un aspetto molto diverso da quello semi-desertico attuale.
Il piegamento e il sollevamento della Cordigliera Andina avvennero infatti successivamente, a partire da circa 65 milioni di anni fa. A partire da quel tempo le montagne hanno creato un effetto barriera bloccando le precipitazioni provenienti dall’Oceano Pacifico. Di conseguenza nei pressi della catena di montagne ci sono forti precipitazioni e alta umidità, mentre al di là della catena c’è un deserto arido e secco.
Dopo il sollevamento, altri fiumi, più giovani di quasi 90 milioni di anni, hanno cominciato a incidere gli antichi depositi di sabbie pietrificate scavando valli e burroni profondi a volte centinaia di metri.
Questi fiumi sono ora secchi dal momento che l’uomo ha cambiato la geografia di questa regione deviando l’acqua nel bacino principale.”
Lo spettacolo è veramente straordinario ma anche all’ombra il caldo è eccezionale. In poco tempo ci scoliamo le riserve di liquidi che ci siamo portati. Poi riprendiamo l’opera della bandiera dei Mini Darwin. Questa volta abbiamo tutti i colori a disposizione. Le orme bianche si trasformano in opere coloratissime e piano piano i colori cominciano a passare dalla tela alla pelle… Pietro e Amrit non apprezzano la verve artistica delle ragazze. Le Mini Darwin decidono di spalmarsi colori puri o mescolati sulle mani e poi imprimere le loro impronte sulla tela… poi sulle gambe e le braccia e la faccia… Sono tutte colorate! Lasciano la loro firma anche sulle rocce: impronte di mani colorate rimangono sulla roccia rossa, tantissime e allegre. Hanno creato una nuova cueva de las manos. Tra centomila anni gli scopritori di questa meraviglia avranno le loro difficoltà a interpretare questa opera.
Ci avete fatto ridere con questi racconti di tempi e ombra, una cosa e sicura, vi siete scottati! Que calor!!!!!!!
Hola!!!! Como estan? yo estoy muy bien! vieron el video de ayer?!?!? un beso, nos vemos a la vuelta. besos!!
pero claro que lo vimos y re-vimos y lo requete-vimos, etc, etc, etc!!!!
te mando un beso grande y me gusta mucho que estes en esa expedición!
nos vemos a la vuelta
papi
Che bei racconti!! e che efficiente aggiornamento 😉
Francesco sta bruciando di invidia…
Vi abbracciamo
Che bello sentirvi da qui… quasi dall’altra parte del mondo… Un abbraccio a tutti!
Ma la vernice con la prima acqua va via, vero? 😉
certo, il problema sarà aspettare la prima acqua ‘che da queste parti non è poi così frequente!