Al Museo di scienze naturali Carlos Darwin di Punta Alta ci accoglie Teresa Manera del Dipartimento di Geologia dell’Universidad del Sur di Bahia Blanca con il direttore del Museo e diverse troupe televisive. Ci mostrano la riproduzione su tela di silicone delle tracce che vedremo dal vero nel pomeriggio e il laboratorio dove vengono eseguiti i calchi delle orme. Poi si parte con i fuoristrada dell’Università e del Parco Monte Hermoso Pehuen-Có verso il litorale.
Chilometri e chilometri si spiaggia, protetta da una barriera di dune che a un certo punto si trasformano in una vera e propria scogliera che offre rifugio a migliaia di uccelli. I più appariscenti sono una specie di pappagalli verdi che vivono in colonie negli anfratti e nei buchi della scogliera.
È qui, proprio davanti a questa scogliera, su questa interminabile spiaggia che Darwin sbarcò quasi duecenti anni fa. Il Beagle rimase alla fonda e lui arrivò a terra con una piccola imbarcazione. Poi, per le avverse condizioni del mare, fu costretto a rimanere a terra per tre giorni senza viveri. Si nutrì di ciò che trovava sulla spiaggia portato dal mare. In quei tre giorni scoprì un giacimento di fossili importantissimo che conteneva i resti di antichi roditori e alcune ossa di megateri.
Ci siamo solo noi. I Mini Darwin, Teresa e suo marito, i guardiaparchi Ruben e Silvina che abitano proprio ai margini delle dune e qui sono di casa. In acqua non si può entrare anche se la temperatura sarebbe gradevole e un bel bagno attenuerebbe il calore tremendo di questa giornata di estate australe: le correnti hanno portato banchi di meduse i cui tentacoli colorati di rosa, rosso e arancio sono estremamente urticanti.
L’ambiente è esattamente come lo vide Darwin a suo tempo. Nulla è cambiato, nemmeno la vegetazione che ricopre la sommità delle dune. Nemmeno i rumori: la risacca delle onde, gli stridii degli uccelli, il soffio del vento che ora sta cambiando. Arriva la tramontana.
Per un caso fortunato che non è capitato nemmeno alla maggior parte degli studenti di Marco i Mini Darwin scoprono un fossile di una vertebra di Megaterio. Avrà circa 2 milioni di anni ed è incastonato nella roccia che si alterna alla distesa di sabbia. È una roccia morbida, una specie di fango compattato. Marco tira fuori il suo martello da paleontologo e immediatamente tutti hanno l’opportunità di mostrare il loro talento paleontologico. Con pazienza e determinazione Carmela, Mati, Monserrat, Agostina e Kika estraggono un trancio di roccia contenente il fossile e lo donano al Museo in modo che possa essere studiato, conservato e ammirato da altri visitatori.
Ma quanto sono 2 milioni di anni. Pochi o tanti? Certo rispetto alla nostra vita sono tantissimi, talmente tanti che non riusciamo a immaginarceli. Ma sono pochi se confrontati con la storia della Terra e anche se confrontati con la storia di altre specie. Facciamo un gioco… Ogni bambino sceglie un animale estinto… Marco associa il periodo in cui è vissuto. Mati sceglie di essere un bradipone gigante che è vissuto 2 milioni di anni fa… Poi Kika preferisce un qualcosa di più antico e aggressivo e si trasforma in T-Rex = 65 milioni di anni fa. Agostina è un Velociraptor = 60 milioni di anni fa, mentre Carmela un Argentinosauro = 90 milioni di anni fa. “Ma te li stai inventando queste età? Non le saprai mica a memoria?” Chiede Kika. Certo che Marco le sa a memoria, è uno specialista, è il suo mestiere. Poi si cammina: ogni anno corrisponde a un passo. Mati si ferma subito dopo due passi. Le altre invece devono camminare un bel po’ prima di arrivare alla loro epoca! Si vede così quanto sono lunghe le epoche geologiche…
A circa otto chilometri a nord si trova un altro luogo fantastico. Qui hanno scoperto orme di uccelli, bradipi e megateri che venivano ad abbeverarsi al fiume che sfociava proprio qui. Oggi è un parco naturale superprotetto (mentre fino a pochi anni fa si poteva scorrazzare sulla spiaggia con fuoristrada rischiando di distruggere importanti tracce del passato). Un gruppo di giovani paleontologi sta lavorando per prendere misure esatte di queste testimonianze di antiche passeggiate, ma poi dovranno di nuovo ricoprire tutto di sabbia in modo che non ci sia il rischio che si danneggi. Ora per esempio minaccia un temporale e Teresa incita i suoi giovani studiosi a fare presto in modo di finire prima che arrivi la pioggia.
Nel frattempo le ragazze Mini Darwin ri-scoprono altre tracce (ora protette sotto la sabbia) poco distanti dal sito in studio. Una volta scoperte… vengono immediatamente ricoperte. Sono tracce di 12.000 anni fa e si prova una certa emozione a essere qui e immaginare questa scena antica e sapere che noi, con una sapiente interpretazione delle impronte lasciate nel fango poi rappreso possiamo rivedere quasi come in un film ciò che capitò così tanto tempo addietro.
…bellissimo seguirvi da Trento, sembra di essere con voi! che emozione, penso a questi ragazzini che hanno la fortuna di fare questo viaggio indimenticabile… e sono molto contenta per loro!
grazie per la gioia che trasmettete!
un abbraccio da oltreoceano!
Una foto della vertebra in questione?
provvediamo al piu presto