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In Europa leggi più severe per l'industria chimica

Dopo tre anni di mediazione l'Unione Europea vara un nuovo innovativo regolamento sulle sostanze chimiche prodotte dall'industria

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Ci sono voluti anni di dibattito perché l'Unione Europea arrivasse ad approvare il suo, fino ad oggi, più ampio sistema di leggi. REACH impone la “registrazione, valutazione e autorizzazione” di circa 30.000 sostanze chimiche commerciali, metà delle quali mai testate in fatto di tossicità.

Persino i Verdi, che non sono del tutto soddisfatti del pacchetto di leggi finale, considerano questa come la legislazione piu progressista al mondo, per quanto riguarda il settore chimico.

Gli effetti della manovra non saranno comunque apprezzabili ancora per un lungo periodo. Le aziende avranno l'obbligo di registrare i prodotti solo dopo che l'Agenzia Centrale per i Prodotti Chimici si sia ufficialmente insediata a Helsinki, in Finlandia, nel 2008. All'inizio dovranno registrare solo quelle sostanze che superino la produzione annuale di 1000 tonnellate. Dal 2019 il limite sarà spostato a una tonnellata.

REACH comunque richiederà che le case produttrici forniscano dati sulla sicurezza per l'essere umano e per l'ambiente per decine di migliaia di prodotti chimici. Per il momento esistono informazioni solo su 12.000 sostanze in uso, ciò significa che il prossimo decennio sarà dedicato alla frenetica analisi di quelle che restano.

Il Parlamento Europeo ha approvato in maniera schiacciante il complesso di leggi alla seconda stesura, con una maggioranza di 529 voti contro 98, mettendo così fine a tre anni di lotte politiche e di lobby.

La conseguenza di questa manovra è che le industrie saranno completamente responsabili nel provare la sicurezza dei propri prodotti. L'attuale sistema, in vigore da più di quarant'anni, obbliga invece l'autorità pubblica a provare la pericolosità delle sostanze sul mercato.

“È una data storica” dice il Ministro del Commercio e dell'Industria finlandese, Mauri Pekkarien. “Il regolamento sui prodotti chimici cambierà tutte le leggi relative negli stati europei e farà da apripista globale.”

Stavros Dimas, membro della Commmissione Ambientale Europea ritiene che REACH “migliorerà la nostra conoscenza sulle sostanze chimiche, aumenterà la sicurezza e spronerà l'innovazione, incoraggiando la sostituzione degli elementi più pericolosi, con altri sicuri”.

Un'alleanza di gruppi ambientalisti e femminili ritiene però che questo sia solo un modesto passo per la sicurezza e che l’intervento contenga buchi attraverso i quali le industrie potranno facilmente passare attraverso. Questi gruppi sostengono infatti che “le carenze nella struttura di REACH permetteranno che elementi nocivi alla salute – causa di cancro, danni congeniti e all'apparato riproduttivo – possano essere ancora usati nelle industrie manifatturiere e nei prodotti di largo consumo.”

Il mondo dell'industria, con il gigante tedesco BASF in testa, ha fatto forte opposizione alla manovra. Anche alcune organizzazioni non-governative hanno però manifestato in maniera a volte spettacolare, prelevando persino campioni di sangue dai parlamentari per dimostrare la presenza di sostanze tossiche, anche dopo la messa al bando delle stesse.

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