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il percorso: Scienza Esperienza

Primi passi dell'umanità

Breve storia delle scoperte che hanno portato a definire la nostra specie Homo sapiens e la sua origine relativamente recente nel cuore dell'Africa.

Lucy (Australopithecus afarensis) L’evoluzione a cespuglio sembra essere stata seguita anche dal genere Homo. Secondo le ultime teorie della paleoantropologia, nel periodo di tempo che va dai 2 milioni di anni fa fino alla comparsa di Homo sapiens, diverse specie di ominidi con caratteristiche simili all’uomo moderno avrebbero condiviso la colonizzazione delle terre emerse. Il primo a comparire sul continente africano fu Homo habilis, il cui nome significa “capace di usare le mani con destrezza”. Nonostante la capacità cranica ancora contenuta, paragonabile a quella dei cugini Australopiteci, l’ominide scoperto da Mary Leakey nella gola di Olduvai in Tanzania, era capace di fabbricare utensili di pietra e di servirsene per cacciare e tagliare la carne delle prede. La sua andatura era ancora piuttosto goffa, come testimoniato dalla lunghezza dell’omero – il 95% di quella del femore – segno che la prima specie di Homo non disdegnava di arrampicarsi sugli alberi.


Nello stesso periodo i territori dell’Africa orientale erano condivisi con altre due specie di ominini: Homo rudolfensis e Homo ergaster.


Il primo reperto fossile appartenuto a rudolfensis fu rinvenuto da Richard Leakey, il figlio di Mary, nel 1972 presso il lago Turkana. Aveva un cranio più grande di quello di habilis e una mascella più squadrata. Ma questi primi ominini oltre che il territorio sembra abbiano condiviso la sfortuna evolutiva. Nessuno dei due sarebbe stato capace di dare origine a una discendenza. Il successo e la diffusione del genere Homo si deve invece, secondo le teorie degli antropologi, a una terza specie che era presente in Africa intorno a 1,5 milioni di anni fa. L’Homo ergaster, aveva ancora alcune caratteristiche primitive come le ossa sopra le orbite oculari molto pronunciate e la scatola cranica appiattita. Il bacino era molto stretto e il femore robusto, a testimoniare una stuttura perfetta per la corsa. Ma Homo ergaster aveva due qualità che determinarono il suo ruolo di antenato dell’uomo moderno, la massa cerebrale molto sviluppata e la straordinaria capacità di adattarsi agli ambienti naturali più disparati. Queste caratteristiche e la conquista del fuoco portarono ergaster al di là dei confini africani. Tra 1,2 e 1,7 milioni di anni fa questo ominine cominciò a spingersi verso oriente. Testimonianze del suo passaggio sono state rinvenute a Dmanisi in Georgia e nella Valle del Giordano in Israele.


Durante la migrazione verso levante, alcuni individui impararono ad allestire accampamenti all’aperto e sperimentarono l’organizzazione sociale. Le loro ossa craniche si allungarono permettendo l’ulteriore accrescimento del cervello che raggiungeva ormai i 1000 centimetri cubici.


La faccia divenne piatta e l’andatura più dritta. Homo ergaster era diventato Homo erectus, come dimostrato dai resti trovati a Giava alla fine del secolo scorso e da a quelli scoperti vicino a Pechino nella prima metà del Novecento.
L’Europa non sembra essere stata toccata da questa prima ondata migratoria. L’ascesa degli ominini verso il bacino del mediterraneo prima, e nei territori europei in seguito, si deve a un altro discendente di ergaster, diverso da erectus. Il responsabile di questa seconda colonizzazione al contrario fu Homo antecessor. A lui sembrano appartenere i resti fossili – di un’età compresa tra gli 800.000 e i 900.000 anni – portati alla luce a Ceprano in Italia e a Burgao, in Spagna. Per la verità i paleoantropologi non si trovano in pieno accordo sul fatto di considerarlo una specie a sé. Alcuni sostengono infatti che esso sia solo una forma arcaica del suo diretto discendente, Homo heidelbergensis, l’ominine che a sua volta diede origine a Homo neanderthalens, specie che per molto tempo abbiamo considerato nostra antenata e che ora invece si è dimostrata essere stata un ramo morto dell’evoluzione. L’uomo moderno o Homo sapiens, ha iniziato la sua storia evolutiva in epoca recente, circa 200.000 anni fa a partire da antenati di origine sicuramente africana.
 

Tullia Costa


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