Pier Andrea Mandò, nato a Firenze nel 1950 e laureato in Fisica nel 1973 è professore ordinario di Fisica Applicata, insegna numerosi corsi di base e specialistici in diversi corsi di laurea della Facoltà di Scienze all’Università di Firenze. È stato negli ultimi anni anche docente di corsi di tecniche di fisica nucleare per i beni culturali e l'ambiente, nell'ambito di Master in varie università italiane. Dopo un primo periodo di ricerca nell’ambito della fisica nucleare di base, da metà degli anni Ottanta si è dedicato in maniera crescente ad applicazioni di tecniche nucleari nel campo dei beni culturali e della fisica ambientale. cHa promosso e realizzato il LABEC, il laboratorio di tecniche nucleari per i beni culturali dell’INFN Firenze, del quale è attualmente responsabile. LABEC è dedicato ad applicazioni di Ion Beam Analysis in indagini di composizione di materiali, e di Accelerator Mass Spectrometry per datazioni col carbonio-14.
Laureato in Fisica, si è a lungo occupato di tecnologie dell’informazione come amministratore dei sistemi informatici della Regione Sardegna, dove ricopre una posizione dirigenziale. Attualmente il sue interesse verte principalmente sui temi dello sviluppo della società dell'informazione, del governo elettronico e dell'innovazione tecnologica, e in particolare sulle applicazioni delle tecnologie digitali nell'ambito della pubblica amministrazione.
Ha studiato matematica in Italia, negli Stati Uniti e in Unione Sovietica, e insegna Logica all'Università di Torino e alla Cornell University, e si occupa in particolare di teoria della calcolabilità, che studia potenzialità e limitazioni
dei calcolatori. Da vari anni si dedica anche alla divulgazione scientifica, tenendo conferenze, scrivendo articoli e libri e partecipando a trasmissioni radiofoniche e
televisive. Collabora a varie testate nazionali, tra cui "la Repubblica", "L'Espresso" e "Le Scienze", dirige per longanesi la collana di divulgazione scientifica "La lente di Galileo". Ha vinto nel 1998 il Premio Galileo dell'Unione Matematica Italiana e nel 2002 il Premio Peano della Mathesis. Ha pubblicato per Einaudi Il Vangelo secondo la scienza (1999), La matematica del Novecento (2000), C'era una volta un paradosso (2001) e Il diavolo in cattedra (2003), per Cortina Il computer di Dio (2000) e La Repubblica dei numeri (2002), per Dedalo Zichicche (2003), per Laterza Penna, pennello e bacchetta (2005). Per Longanesi è uscito Le menzogne di Ulisse (2004) e Perché non possiamo essere cristiani. E meno che mai cattolici (2007).
Pierluigi Monaco insegna Introduzione all'Astrofisica al corso di laurea in Fisica, e Feedback in galaxy formation corso di dottorato in Astrofisica, entrambi al Dipartimento di Astronomia dell'Università di Trieste. Si occupa di studiare la formazione delle galassie, in particolare attraverso il modello cosmologico lambda-CDM, basato sull'idea di un Universo dominato da materia oscura e costante cosmologica. Questo modello fornisce le condizioni iniziali per la formazione delle strutture cosmiche: dal collasso gravitazionale delle piccole fluttuazioni, osservate nel fondo cosmico nelle microonde, nascono aloni di materia oscura nei quali il gas cosmico cade, innescando una complessa serie di eventi tra cui la formazione delle stelle, l'esplosione delle supernove, la formazione di grandi buchi neri e l'attività quasar. Dall'interazione tra questi processi nasce l'Universo osservabile.
Geologo, si occupa di ricerca e sviluppo e di interpretazione di dati simici. Dal 1990 svolge attività di ricerca presso l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste (Ogs) presso il gruppo Sere, che si occupa di ricerca e sviluppo nel campo della sismica da pozzo e in particolar modo di Seisbit, un sistema per l’acquisizione di dati sismici durante la perforazione petrolifera, sviluppato congiuntamente da Ogs ed Eni con il contributo della Comunità Europea. Fra i vari progetti di ricerca ai quali partecipa, oltre all'utilizzo dei sistemi Swd (Seismic While Drilling) nel campo della perforazione petrolifera, c'è anche la potenziale applicazione di questa tecnologia nell'ambito di future attività di ricerca sulla Luna e su Marte.
Piero Ranfagni è stato per anni assistente notturno alle osservazioni all'Osservatorio astrofisico di Arcetri, vicino a Firenze. Si occupa di controllo di telescopi e di problemi legati al seeing nell'osservazione astronomica. Il suo primo lavoro sono state la didattica e la divulgazione, e non ha mai cessato di occuparsene assieme alla valorizzazione dei reperti culturali di tipo astronomico. Inoltre, è insegnante presso il Planetario di Firenze.