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CERN
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(8 agosto 2008)
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Giancarlo Abbate
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Matteo Barsuglia
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Alfred Beran
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<p>È ricercatore al Dipartimento di Oceanografia Biologica (OGS/BIO) dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste. Ha cominciato la sua carriera come biologo evoluzionista alla Eberhard-Karls-Universität, Tübingen, Germania lavorando su tassonomia e morfogenesi di unicellulari. Ora si occupa principalmente di ecologia e fisiologia di protisti marini, cioè di piccolissimi organismi marini, come microalghe e plancton. Per studiarli, li prende dal mare, dove vivono in grandissime quantità, e li alleva in piccole ciotole con acqua salata e nutrienti.<br /></p>
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Giorgio Calucci
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Gian Paolo Tozzi
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Alfredo Contin
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Vojko Bratina
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Giulio De Filippis
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Claus Falconi
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Alessandro Farini
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Rodolfo Figari
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Loretta Gregorini
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Pasquale Maddaloni
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Gianni Comoretto
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Vincenzo Marigliano Ramaglia
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Edoardo Milotti
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Gabriele Navarra
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Francesco Nicodemi
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Roberto Onofrio
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Giorgio Paolucci
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Antonio Romano
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Olindo Zanotti
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Ignazio Ciufolini
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Giuseppe Molesini
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Emilio Del Giudice
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Simona Righini
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<p>Simona Righini, laureata in Astronomia nel 2002, è dottoranda in Astronomia con una tesi tecnologico-scientifica sullo sviluppo della parabola da 32 metri della stazione radioastronomica di Medicina, presso la quale lavora. Si è anche occupata di osservazioni radar di asteroidi NEA (Near Earth Objects) e di ricerche nell'ambito della bioastronomia.</p>
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Andrea Frova
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<p>Andrea
Frova è nato a Venezia nel 1936 e attualmente risiede a Roma.
È ordinario di Fisica Generale e docente di Acustica
Musicale presso l'Università di Roma "La Sapienza".
In passato, è stato ricercatore dei Laboratori AT&T Bell
di Murray Hill e ha soggiornato in varie università straniere
(Illinois, Stoccarda, California, Politecnico di Losanna). La sua
produzione scientifica è nel campo della spettroscopia della
materia condensata. Ha scritto anche articoli e libri di divulgazione
scientifica, di cui il più noto è <i>Perché
accade ciò che accade</i> e il più recente <i>Ragione
per cui</i> (entrambi con RCS-BUR), il trattato <i>Fisica nella
Musica</i> (Zanichelli) e il saggio antologico <i>Parola di Galileo</i>
(RCS-BUR; in inglese <i>Thus Spoke Galileo</i>, Oxford U.
Press). <br /></p>
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Lorenzo Marrucci
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<p>Lorenzo Marrucci si occupa di ottica non lineare applicata allo studio della materia condensata, presso il Dipartimento di Scienze Fisiche dell'Università di Napoli "Federico II", dove insegna Istituzioni di Fisica della Materia ed Elettromagnetismo dei Mezzi Materiali. Come lui stesso spiega, l'ottica non lineare è una disciplina che studia i fenomeni in cui la luce è così intensa da modificare le proprietà della materia che attraversa. Per ottenere luce così intensa, di solito è necessario un laser.
In passato si è occupato soprattutto dello studio dell'ottica non lineare in cristalli liquidi. Negli ultimi anni, sta sperimentando l'utilizzo dell'ottica non lineare per lo studio di due fenomeni molto diversi: l'attrito e la superconduttività ad alta temperatura.</p>
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Vittorio Marchis
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<p>In passato Vittorio Marchis si è occupato di modellistica e controllo di sistemi aeronautici e spaziali. Dopo aver operato per sei anni nel Comitato per le Scienze di Ingegneria e Architettura del Consiglio Nazionale delle Ricerche - CNR (1986-1992), ha incominciato a occuparsi di storia della tecnologia e dell'industria in maniera
sempre più intensa, attività che oggi svolge a tempo pieno sia sul fronte della ricerca sia su quelllo della didattica e della comunicazione. Attualmente è docente di Storia della Tecnica al Politecnico di Torino dove dirige il Centro di Documentazione Storica dell'Ateneo.</p>
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Giulio Calvelli
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<p>Giulio Calvelli è docente di Didattica della Fisica presso la Scuola Interateneo di Specializzazione per gli insegnanti del Veneto, e professore associato presso il Dipartimento di Fisica "Galileo Galilei" dell'Università di Padova. È specializzato nell'insegnamento della fisica, attraverso lo sviluppo di laboratori e metodi didattici per bambini di ogni età.<br /></p>
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Giuseppe O. Longo
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<p>Giuseppe O. Longo è professore di Teoria dell'Informazione presso il Dipartimento di Elettrotecnica Elettronica Informatica (DEEI) dell'Università di Trieste. Ha svolto ricerche sulla teoria delle reti, sulla teoria dei codici algebrici e sulla teoria dell'informazione (in particolare sulla codifica di sorgente). <br /></p><p>Attualmente si occupa soprattutto di epistemologia, di intelligenza artificiale, di problemi della comunicazione e delle conseguenze sociali dello sviluppo tecnico, pubblicando articoli su riviste specializzate e svolgendo un'intensa attività di conferenziere. Su questi argomenti ha recentemente pubblicato vari saggi: <i>Il nuovo Golem: come il computer cambia la nostra cultura</i> (Laterza, 1998), <i>Homo technologicus</i> (Meltemi, 2001) e <i>Il simbionte. Prove di umanità futura</i> (Meltemi, 2003). <br /></p><p>All'attività scientifica affianca da tempo l'attività narrativa, pubblicando su riviste letterarie tra cui "Il banco di lettura", "Linea d'ombra", "Nuovi argomenti", "Resine", "Il racconto" e "Tratti". Ha inoltre pubblicato tre romanzi (<i>Di alcune orme sopra la neve</i> Campanotto, Udine, 1990; <i>L'acrobata</i>, Einaudi, Torino, 1994; <i>La gerarchia di Ackermann</i>, Mobydick , Faenza, 1998), otto raccolte di racconti e una raccolta di drammi (teatrali e radiofonici).</p>
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Alessandro Gasparetto
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<p>Alessandro Gasparetto, nato a Rovigo nel 1968, ha conseguito
la laurea in Ingegneria Elettronica presso l’Università di Padova, il
titolo di Dottore di Ricerca in Meccanica Applicata presso le
Università di Brescia e Padova, e la laurea in Matematica presso
l'Università di Padova. Dal dicembre 1995 all’ottobre 2000 è stato ricercatore del
raggruppamento di Meccanica Applicata alle Macchine presso l’Università
di Udine, e da novembre 2000 è professore ordinario di Meccanica Applicata alle
Macchine presso la Facoltà di Ingegneria della stessa Università.
Tiene annualmente corsi e seminari di Robotica presso l'Université
Blaise-Pascal di Clermont-Ferrand (Francia) e presso la Universidad de
Murcia (Spagna). Svolge ricerca nel campo della robotica, della meccatronica e dei sistemi
meccanici in generale. In particolare si occupa di: modellazione e controllo di sistemi meccanici, robotica industriale, applicazioni avanzate della robotica (robot mobili, sistemi autonomi), robotica e meccatronica applicate al settore medicale.</p>
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Dario Narducci
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<p>Laureato e dottorato in chimica, Dario Narducci è attualmente professore associato di chimica fisica alla Facoltà di Scienze dell'Università di Milano Bicocca La sua attività di ricerca è focalizzata sullo studio delle proprietà fisiche e chimiche di superfici di materiali
semiconduttori. In particolare, si rivolge alla messa a punto di procedure idonee a modificare le proprietà delle superfici agganciando
per via chimica su di esse frammenti di molecole organiche. Tali tecniche sono impiegate nello sviluppo di sensori chimici per gas (nasi
elettronici) per applicazioni che spaziano dal controllo ambientale al rilevamento di tracce.
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Gianfranco Durin
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<p>Ricercatore presso l'Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, si occupa da molti anni dei processi di magnetizzazione nei materiali magnetici e delle proprietà di isteresi. In particolare, è esperto di rumore di magnetizzazione (un fortunato esempio di <i>crackling noise</i>) dovuto al moto disordinato delle pareti Bloch, noto come effetto Barkhausen. Si occupa anche di applicazioni del magnetismo in medicina. È autore di circa 60 pubblicazioni su riviste internazionali, ma passa ancora un po' di tempo in laboratorio (anche se non abbastanza come dovrebbe).<br /></p>
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Enrico Santamato
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<p>Enrico Santamato è professore di ottica quantistica all'Università di Napoli Federico II. Nelle sue ricerche si occupa di ottica nonlineare, in generale, e in particolare dell'ottica nei cristalli
liquidi. Attualmente è interessato al ruolo svolto dal
momento angolare orbitale dei fotoni nell'interazione con i materiali o con
piccole particelle intrappolate otticamente. Negli anni Ottanta, presso l'Università di Napoli, ha fondato il gruppo di ricerca di Ottica della Materia soffice, di cui è tuttora il responsabile scientifico.
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Salvatore Solimeno
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