Una ricerca di geologi americani dimostra che una volta il più grande fiume del mondo scorreva dalla zona atlantica all’Oceano Pacifico
Il Rio delle Amazzoni, il più grande fiume del mondo un tempo fluiva nella direzione opposta rispetto a quella attuale. Lo dimostrano i risultati presentati da ricercatori della University of North Carolina (UNC) al meeting della Geological Society of America che si è tenuto a Philadelphia.
I geologi hanno trovato nella parte centrale del Sud America residui di antichi minerali. Le rocce più vecchie si trovano solo nel lato orientale del continente e risalgono a 2,5 miliardi di anni fa. Nel lato ovest, invece, per via della continua attività geologica delle Ande, le rocce sono più giovani. La presenza nella parte centrale del continente di antichi residui indica che il fiume centinaia di milioni di anni fa fluiva da est verso ovest e cioè dall'Atlantico al Pacifico, nella direzione opposta rispetto all'attuale. Gli autori hanno datato i sedimenti provenienti da est e hanno così provato che derivano da un'area formatasi dallo scontro delle placche sudamericana e africana avvenuto nel Cretaceo (un periodo che ebbe inizio 135 milioni di anni fa e durò 70 milioni di anni). Secondo i geologi dell'UNC il fenomeno determinò la direzione ovest-est del corso del fiume. Secondo i ricercatori, successivamente una catena montuosa relativamente bassa detta Purus Arch si levò in mezzo al continente estendendosi da nord a sud e divise a metà il fiume. Una metà correva verso est, verso l'Atlantico e l'altra attraverso le Ande.
Nel tardo Cretaceo i minerali di meno di 500 milioni di anni iniziarono a riempire il bacino tra le Ande e il Purus Arch scaricandosi al centro del continente. Dopo milioni di anni di accumulo, infine il fiume smantellò questi sedimenti iniziando a fluire oltre il Purus Arch fino alle regioni orientali del Sud America.
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