La sonda Cassini ha individuato formazioni sulla superficie del satellite di Saturno che ricordano le dune dei deserti terrestri.
Le dune non sono solo tipiche dei paesaggi terrestri. Sono state osservate su Marte su Venere e adesso anche su Titano, il più grande satellite che ruota attorno a Saturno. Le immagini arrivano dalla sonda Cassini e rivelano delle strisce scure lunghe circa 100 chilometri che ricordano quelle del deserto della Namibia in Africa australe o quelle dei deserti sabbiosi dell'Arabia Saudita.
Il problema è che mentre le dune terrestri sono fatte di sabbia, non è ben chiaro di cosa siano fatte quelle di Titano. In un articolo pubblicato su "Science" (vol. 312, n.5774), i ricercatori dell'Università dell'Arizona coordinati da Ralph Lorenz spiegano che queste dune sembrano essere alte dai 100 ai 150 metri e sono distanziate fra loro di uno o due chilometri. I ricercatori hanno stimato che i venti di Titano, probabilmente causati dalla forza gravitazionale di Saturno, soffiano verso est a una velocità di soli un paio di chilometri all'ora, sufficiente comunque a formare le dune.
I ricercatori hanno anche calcolato che i grani di "sabbia" di Titano sono circa 3 volte più grandi di quelli terrestri. E probabilmente non sono composti da silicati, ma o da materiali organici solidi (idrocarburi in particolare) oppure da ghiaccio. Il ciclo di formazione di queste dune è sconosciuto: secondo un'ipotesi potrebbero formarsi con un flusso di metano liquido sulla superficie che porta con sé piccoli grani di ghiaccio. Una volta che il metano si dissecca, i grani possono essere trascinati dal vento a formare le dune. O ancora, una pioggia continua di idrocarburi potrebbe in qualche modo causare la formazione dei grani.
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