I dati della sonda Cassini hanno prodotto un risultato diverso rispetto a quelli della Voyager.
La rotazione di Saturno sul proprio asse è di 8 minuti più lunga rispetto a quanto calcolato fino a oggi. Secondo le stime eseguite sui dati raccolti dalla sonda Cassini, il secondo pianeta più grande del Sistema solare, ruota in 10 ore 47 minuti e 22,4 secondi, più di quanto calcolato sulla base dei dati raccolti dalla sonda Voyager negli anni Ottanta dello scorso secolo. La velocità di rotazione di Saturno è difficile da calcolare, perché è un gigante gassoso e i diversi strati dell'atmosfera finiscono per ruotare diversamente l'uno dall'altro e non possono essere usati per misurare la rotazione delle parti più interne del pianeta.
I dati della Voyager, 10 ore 39 minuti e 22,4 secondi dipendevano dalle osservazioni delle onde radio generate dalla radiazione solare che colpisce l'atmosfera del pianeta. Il tempo calcolato da Cassini invece si basa su dati magnetici. Difficile capire che cosa sia successo, spiegano i ricercatori in un articolo pubblicato su "Nature" (vol. 441 n.7089). Se il segnale magnetico individuato da Cassini è effettivamente collegato alla rotazione del cuore interno solido del pianeta allora è difficile riconciliare fra loro i dati delle due sonde. Un cambiamento di velocità così pronunciato in un periodo così breve richiederebbe infatti una quantità enorme di energia che, se persistesse a lungo, rallenterebbe il movimento del pianeta fino quasi a renderlo impercettibile.
È più probabile che la differenza dipenda dal fatto che la ionosfera (la parte dell'atmosfera carica elettricamente) stia in certo senso "scivolando indietro" rispetto alla rotazione del pianeta. La ionosfera infatti influenza la forma del campo magnetico, e una variazione nel modo con cui interagiscono ionosfera e alta atmosfera (dipendente dalle oscillazioni nelle radiazioni solari) potrebbe dare conto delle differenze tra le due misurazioni. Gli scienziati comunque sono sicuri che non si tratti di un errore strumentale.
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