I templi dell'Egitto faraonico a rischio a causa di nuove coltivazioni e carenza di fognature
Il complesso archeologico di Medinet Habu a Luxor in Egitto, che comprende il famoso tempio di Amon, dopo essere sopravvissuto a 21 secoli di intemperie ora rischia di essere distrutto dalle acque di falda inquinate dal sale. L'allarme è stato lanciato da Brett McClain, un egittologo dell'Università di Chicago, che ha individuato nuovi segni di deterioramento sulle pietre delle fondamenta.
A quanto pare il problema dipende dalla combinazione degli effetti dell'agricoltura e del trattamento insufficiente delle acque di scolo. Il risultato è l'innalzamento del livello della falda attorno a Luxor. Zahi Hawass, il capo del dipartimento delle antichità egiziane, ha proposto di scavare grandi canali attorno ai monumenti. Questa proposta si scontra però con l'intransigenza della burocrazia e con il rifiuto degli agricoltori a spostare i loro campi.
Il problema più grande è rappresentato però dagli inefficienti sistemi di fognatura della riva orientale del Nilo e in particolare attorno a Luxor. Sistemi più adeguati, realizzati a Karnak, un altro importante sito archeologico, hanno permesso di ridurre la falda di mezzo metro. Infine, non si deve dimenticare la coltivazione della canna da zucchero, irrigata con l'acqua del Nilo. L'acqua scorre in canali costruiti in quello che una volta era deserto, l'irrigazione costante satura d'acqua un terreno originariamente secco, causando l'innalzamento della falda.
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