Esperimento americano sembra dimostrare che il brodo primordiale non poteva essere "cotto" nelle sorgenti vulcaniche
La vita non ha avuto origine nelle sorgenti vulcaniche calde. Almeno sono queste le conclusioni di uno studio presentato a una conferenza della Royal Society dal biofisico David Deamer della Università della California di Santa Cruz.
Secondo Deamer, l'idea di base presentata dagli astrobiologi, e cioè il fatto che la vita abbia avuto inizio in veri e propri bagni di acqua bollente, non regge. Questa idea è basata sulla scoperta di batteri estremofili, cioè particolarmente resistenti a condizioni estreme (ad esempio le alte temperature) effettuate nei pressi delle sorgenti idrotermali che si trovano sul fondo degli oceani. Le analisi genetiche sembrano infatti indicare questi batteri amanti del caldo si pongano alla base (genetica) dell'albero della vita. Inoltre, molti scienziati hanno dimostrato che i peptidi e altri complessi biologici come le molecole si possono assemblare in ambienti simili a quelli vulcanici, una volta ricreati in laboratorio.
Deamer però non ne sembra sicuro. Dopo aver trovato una sorgente vulcanica nella penisola della Kamchatka, nell'estremo oriente russo, ha aggiunto a questa pozza priva di vita una sorta di "brodo primordiale" composto dai blocchi fondamentali delle proteine e del DNA, così come degli acidi grassi che possono formare membrane cellulari primordiali. Dopo aver preso, qualche ora dopo, alcuni campioni del liquido lo scienziato si è accorto che gran parte del materiale aggiunto era scomparso.
Una serie di analisi ha dimostrato che questo materiale si era legato con l'argilla sul fondo della pozza ed era imprigionato a tal punto che le varie molecole non potevano interagire fra loro. Da qui la conclusione di Deamer secondo la quale le pozze vulcaniche non sono il serbatoio della vita sulla Terra. Il ricercatore californiano pensa di ripeter l'esperimento alle Hawaii dove le pozze vulcaniche sono meno ricche di argilla, rispetto alla Siberia. I risultati dei due esperimenti saranno presto pubblicati sulla rivista "Philosophical Transactions of the Royal Society B".
Il problema comunque potrebbe non essere rappresentato dall'argilla (che in qualche caso in laboratorio sembra essere invece in grado di facilitare le interazioni biologiche), quanto da un ambiente troppo caldo e acido. Ambienti meno freddi e meno acidi però in natura sono già ricchi di vita, cosicché una ripetizione dell'esperimento di Deamer sembra improbabile.
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