L'uso di carburanti ottenuti da piante potrebbe consentire di coprire il 30% della domanda nel settore dei trasporti
L'energia del futuro potrebbe essere fornita dai biocarburanti . I carburanti ottenuti da fonti biologiche rinnovabili potrebbero, infatti, rappresentare una soluzione alternativa al petrolio. Lo sostiene in un articolo pubblicato su "Science" (vol 311, n 5760) Arthur Ragauskas, del Georgia Institute of Technology. Più precisamente, secondo Ragauskas i biocarburanti possono soddisfare il 30% della domanda nel settore dei trasporti.
Per renderli un'alternativa pratica e conveniente ai combustibili fossili non rinnovabili (soprattutto il petrolio), che oggi costituiscono la fonte principale di combustibile, gli autori consigliano un approccio multidisciplinare. Grazie a all'integrazione di capacità e competenze di biologi, agronomi, ingegneri ed esperti di energia si potrebbero ottimizzare la resa e la produzione dei biocarburanti. Il vantaggio di questa nuove fonti di energia sta nel fatto che la loro combustione ha un bilancio netto di emissioni di gas serra pari a zero: infatti l'anidride carbonica che emessa dal loro consumo è la stessa che le piante avevano assorbito dall'atmosfera durante la crescita.
Entro il 2025 si prevede che la domanda globale di energia crescerà del 50%, in gran parte nei paesi in via di sviluppo. Diversi paesi si sono posti obiettivi per aumentare la percentuale di biocarburanti nei trasporti: gli Stati Uniti progettano di sostituire il 30% del petrolio liquido con biocarburanti entro il 2025; l'India vuole portare questa percentuale dall'attuale 5% al 20% entro il 2012; l'Unione Europea punta al 6%. Attualmente il leader mondiale nei biocarburanti è il Brasile, dove la produzione è già oggi capace di soddisfare il 30% del fabbisogno nei trasporti. Negli Stati Uniti e in Brasile i biocarburanti sono ricavati soprattutto dalla fermentazione dell'amido da mais e canna da zucchero. Lo studio di "Science" consiglia comunque di allargare la lista ad altre possibili fonti, come scarti agricoli e alberi a crescita rapida.
"La grande sfida è lo sviluppo di coltivazioni con una serie di proprietà chimiche e fisiche desiderate", aggiunge Ragauskas: per questo propone una combinazione di selezione artificiale e tecniche transgeniche per migliorare l'efficacia della fotosintesi, la composizione delle coltivazioni e la resistenza ai parassiti.
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