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“Piastrine” artificiali per le perdite nei tubi

Un'azienda inglese, per riparare le rotture in qualsiasi tipo di tubo, ha messo a punto un ingegnoso sistema che si ispira ai meccanismi usati dal sistema sanguigno nel guarire le ferite.

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Un'azienda inglese, per riparare le rotture in qualsiasi tipo di tubo, ha messo a punto un ingegnoso sistema che si ispira ai meccanismi usati dal sistema sanguigno nel guarire le ferite.

Una sorta di “piastrina” artificiale potrebbe sistemare eventuali perdite nelle tubature, imitanto il modo in cui quelle naturali riparano i vasi sanguigni.

Si tratta di “globi” gelatinosi che vengono inseriti nel tubo a monte della perdita. Una volta in circolo vengono trasportate dal flusso fino al punto di rottura e lo tappano in modo temporaneo.

La “crosta” che si forma all'esterno indica inoltre la posizione del guasto. Ideate dalla Brinker Technology di Aberdeen, Regno Unito, le piastrine artificiali sono state testate in alcuni oleodotti di proprietà della Shell e della BP. Nelle prove sono stati usati cubi costiituiti da polimeri con un diametro fra 0,3 e 50 millimetri.

La natura del fluido nel tubo e la pressione determinano la dimensione e il tipo di materiale usato per le piastrine che devono avere caratteristiche di galleggiamento neutrali rispetto al liquido (non devono andare nè su nè giù) e devono essere abbastanza deformabili da ostruire la perdita senza essere però troppo morbide, tanto da venire spinte fuori dal tubo a causa della pressione del fluido.

L'azienda sta ora richiedendo i permessi per usare le piastrine anche nelle tubature degli acquedotti.

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