Anche le persone, come i cani, sono capaci di seguire gli odori all’aperto. E questa abilità può essere raffinata con la pratica. L’unico problema è dover avanzare con il naso attaccato al terreno in modo da non perdere la traccia. La ricerca ha inoltre stabilito che i mammiferi usano le narici in modo separato per localizzare la provenienza degli odori
Un’interessante nuova ricerca ha rivelato che gli esseri umani sono capaci di seguire gli odori all’aperto nello stesso modo dei cani — e con un po’ di pratica le prestazioni migliorano (“Nature Neuroscience” DOI: 10.1038/nn1819).
Jess Porter e Noam Sobel dell’Università della California di Berkeley (USA) e i suoi colleghi hanno fatto un test su 32 persone per verificare se erano capaci di seguire l’odore del cioccolato su una traccia di 10 metri in un prato usando solo il loro naso. Due terzi del campione ce l’ha fatta.
Poi hanno allenato quattro soggetti per tre volte al giorno per tre giorni su un periodo di due settimane per vedere con la pratica potevano migliorare le loro prestazioni. Dopo l’allenamento i soggetti sono riusciti a seguire le tracce in modo più preciso e a una velocità superiore al doppio.
“Una volta che le persone si sono rese conto di essere in grado di svolgere questo compito, sembra che abbiano sviluppato una buona capacità di annusare a zig-zag avanti e indietro attraverso la zona dove è presente l’odore per seguire la traccia in modo più efficiente,” dice Porter.
La scoperta getta anche nuova luce sull’olfatto dei mammiferi. I biologi sensoriali discutono da tempo sul modo in cui i mammiferi sentono gli odori, in particolare se i mammiferi confrontano gli stimoli che arrivano a ognuna delle narici per localizzare la provenienza dell’odore nello stesso modo in cui usano l’orecchio destro e l’orecchio sinistro.
Altri animali, per esempio le aragoste, identificano la provenienza dell’odore muovendo i sensori situati sulle antenne attraverso la zona dell’odore, ma alcuni pensavano che le narici dei mammiferi fossero troppo vicine per fare la stessa cosa. Il gruppo di Porter ha usato una tecnica di imaging per stabilire che in effetti le due narici aspirano aria da aree distinte che non si sovrappongono.
Le prestazioni dei volontari sono peggiorate quando una delle due narici era tappata, e quando indossavano un dispositivo che convogliava l’aria proveniente dalle due narici in un’unica narice virtuale che entrava nel naso. “Ora sembra chiaro che esiste un meccanismo per la localizzazione degli odori comune dagli insetti agli umani,” dice Matthias Laska, un fisiologo sensoriale dell’Università di Linköping in Svezia.
Ma gli umani potranno mai essere bravi come i cani a seguire gli odori? Secondo Sobel il problema principale sembra quello di tenere il naso vicino al terreno e riuscire contemporaneamente a muoversi velocemente. “La velocità con cui si riesce ad avanzare a carponi sembra essere il fattore limitante,” conclude. Il gruppo sta ora pensando di studiare l’abilità umana di seguire gli odori stando in posizione eretta.
Linda Geddes
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