Oggi sveglia alle 6 per l’ultima escursione su Seymour North. L’isola di fronte a Baltra, da dove ci imbarcheremo tra poche ore.
Anche questa isola è popolata da molte sule piediblu. Alcune coppie si stanno corteggiando. Una danza armoniosa, sui palmati piedi blu che sembrano di plastica, gridolini per dirsi messaggi teneri. Il maschio è giovane, e non ha ancora imparato a fischiare bene, ma la femmina lo accetta lo stesso. Aprono le ali per mostrarsi bene, fanno un giretto su sé stessi, abbassano la testa, avvicinano i becchi. Poi di nuovo la danza: di qua e di là dondolando sui piedi blu.
La vegetazione è composta principalmente dai palo santo, che a quest’ora del mattino sono ancora umidi della brezza notturna che spira dal mare. Il tronco, bagnato, da bianco diventa marrone scuro rossiccio.
Anche se non è stagione, alcune fregate gonfiano il petto per attirare le femmine. Le femmine volano attente sopra i maschi e scelgono quello più bello. È un esempio di come la bellezza possa farsi strada nella natura anche a scapito dei altre strategie più prudenti: sarebbe meglio essere mimetici per non farsi individuare facilmente dai predatori. Ma sono i più belli a essere scelti dalle femmine, fanno più figli e in poche generazioni riescono ad affermarsi. È quanto hanno imparato i bambini con Alfred con il gioco della bellezza, che hanno fatto ieri sulla spiaggia di Genovesa.
Ecco un grande esemplare di iguana terrestre: di un bel giallastro che si confonde con il terreno. Una volta qui non c’erano iguane. Ma sono state introdotte all’inizio della Seconda guerra mondiale. A quel tempo Baltra era stata affittata dal governo dell’Ecuador alla Marina militare statunitense. Il contratto prevedeva una permanenza di 10 anni. Migliaia di soldati invasero l’isola, costruirono l’aeroporto e altre strutture militari. Non sapendo bene che cosa fare, i soldati passavano il tempo sparando alle iguane, che erano numerosissime. Per fortuna, una spedizione di scienziati decise di trasferire qualche coppia di iguane di Baltra su Seymour. “Ci sono tutte le condizioni affinché si sviluppi una popolazione stabile, proviamo.” E così fecero, per fortuna. Le iguane su Seymour si sono riprodotte e sono diventano belle grosse mangiando i cactus senza nemmeno fare fatica, perché qui non crescono molto alti. Su Baltra invece sono state sterminate tutte dai soldati. Così quando i militari americani hanno abbandonato l’isola, Baltra è stata ripopolata di iguane terrestri usando quelle che, nel frattempo, si erano sviluppate sulla vicina Seymour.
Salutiamo con lo sguardo le ultime otarie. Un piccolo di pochi giorni chiama la mamma… La mamma lo incoraggia ad avvicinarsi: “Forza forza, ce la puoi fare! Vieni!”. E il piccolo, incerto sulle pinne ancora deboli, si arrampica sulle rocce e, ploc, si lascia cadere giù e finalmente è con la mamma. Comincia subito a cucciare.
La luce del mattino filtra tra le nuvole leggere. Illumina le onde che si infrangono sulla riva rocciosa di Seymour. Le rende trasparenti. Aspettando il dinghi che ci riporterà sulla Guantanamera, ci sediamo silenziosi sulle rocce rosse, guardando il mare. Ognuno con il suo pensiero. Ognuno con le sue emozioni.
Ora ci aspetta il viaggio verso Quito, dove rimarremo due giorni, e poi il lungo volo verso casa.
Simona Cerrato