Vai ai contenuti. Spostati sulla navigazione

il percorso: Scienza Esperienza

L'Octs e la ricerca in comunicazione della scienza

Octs (Observatory on children, teens and science) è l’attività di ricerca del gruppo Ics dedicata allo studio della percezione della scienza e della figura dello scienziato nel pubblico dei più giovani.

Francesco che guarda le stelleLa comunicazione della scienza come ponte fra scienza e società

Il quadro in cui si inserisce la nostra ricerca comprende l’influenza della scienza sulla società e il conseguente atteggiamento che questa sviluppa.

 

La scienza modifica radicalmente non solo la nostra vita quotidiana, ma anche la percezione che abbiamo dell’universo che ci circonda e di noi stessi. D’altra parte, gli obiettivi della ricerca scientifica sono sempre più delineati non solo sulla base delle aspettative della comunità scientifica, ma sempre più spesso in relazione alle aspettative dell’intera società: gli effetti della ricerca hanno sempre più spesso ricadute immediate, notevoli e complesse. Il dibattito più attuale è quello sulle tecnologie, ma le riflessioni pubbliche in tema di medicina o di genetica sono esempi eclatanti e sempre più consolidati negli strati della memoria collettiva.

 

In questo panorama, la comunicazione della scienza assume un’importanza cruciale nelle diverse forme in cui si pone a diversi pubblici. Accanto alle forme di comunicazione interna alle comunità scientifiche, la comunicazione della scienza al grande pubblico avviene attraverso canali il più delle volte non specialistici. Comprendere quale sia la percezione della scienza nei suoi pubblici ed emittenti non scienziati è allora un passaggio necessario.

 

La comunicazione fra i non-esperti

I rapporti degli scienziati con i pubblici di non-esperti sono diventati più ambigui, meno netti, se non altro perché sempre più non-esperti partecipano alle decisioni che attengono al lavoro degli esperti.

A questo si aggiunge che i rami della comunicazione della scienza al grande pubblico sono altrettanto rilevanti, per lo sviluppo della scienza, di quelli che si rivolgono al ristretto pubblico dei colleghi. Occuparsi della percezione che i bambini e i ragazzi hanno della scienza e degli scienziati costituisce allora una premessa fondamentale agli studi sulla comunicazione: da una parte, è ragionevole ipotizzare che siano indicatori ecologici di quanto accade intorno a loro. Dall’altra, poiché in futuro le decisioni dei cittadini influenzeranno sempre più gli indirizzi della ricerca e poiché i bambini di oggi sono i decisori di domani, capire il loro atteggiamento nei confronti della scienza è particolarmente interessante. Inoltre, mentre i bambini sono in grado di riflettere la sostanza dei dibattiti del mondo adulto, in maniera a volte indiretta ma spesso estremamente articolata e profonda, gli adolescenti sono i portatori di un'evoluzione dell'idea di scienza nell'immaginario sotto l’influsso sempre più consapevole della scuola e dei media, e di conseguenza in modo meno spontaneo e più cristallizzato.

Sulla percezione della scienza di questo pubblico, infine, l’influenza della comunicazione dei non-esperti (insegnanti, famiglia, scrittori di divulgazione, animatori scientifici, televisione, ecc.) è fondamentale ancor più di quella degli scienziati che comunicano direttamente attraverso l’insegnamento o la divulgazione.

 

Octs come osservatorio permanente

Ogni modalità di comunicazione è oggi interessata da una forte dinamica evolutiva. Chi intende studiare l’attuale fase della comunicazione della scienza deve necessariamente studiare la dinamica di ciascuna di queste modalità.

Uno dei modi per studiare questa dinamica è capire come evolve la percezione che il pubblico ha della scienza in quanto conoscenza che forma il modo divedere noi stessi e ciò che ci circonda. Capire la percezione della scienza nel pubblico più giovane significa anche cercare di comprendere come questa visione cambia nel tempo, attraverso quali canali e con quali effetti reciproci nel rapporto fra scienza e società.

Conseguentemente, obiettivo di Octs è assumere una dimensione di osservatorio permanente.

 

Il ruolo delle fonti

Octs non si limita allo studio sul pubblico dei bambini e dei ragazzi, ma analizza le fonti più o meno istituzionali alle quali questi attingono nel formare il loro immaginario: la scuola (gli insegnanti), la famiglia, i libri di divulgazione, gli operatori dei musei.

Sono quindi incluse forme di comunicazione e comunicatori, più o meno consapevoli di esserlo, che hanno un ruolo fondamentale nella diffusione e nell’accettabilità sociale della scienza.

Inoltre, i pubblici ai quali è comunicata la scienza (dalle ong agli insegnanti, dai politici ai giornalisti, dai manager dell’industria al pubblico generico, dagli accademici ai bambini) non hanno come unico e comune referente lo scienziato (i membri delle comunità scientifiche). Piuttosto, dialogano fra di loro e il loro dialogo è produttivo e influenza le loro decisioni.

Nel nostro caso specifico, i bambini e i ragazzi dialogano fra di loro nella scuola, con gli insegnanti, con la famiglia. Guardano la televisione, giocano con i videogames e, sebbene in maniera molto meno massiccia, leggono i libri di divulgazione e visitano i musei di scienza.

 

Indagare la figura dello scienziato

Octs vuole rimanere al di fuori del contesto scolastico e degli studi sull’educazione per ricostruire l’immaginario del pubblico più giovane della scienza.

La cultura e il contesto locale influenzano in modo rilevante la percezione di bambini e ragazzi sulla scienza e sul mestiere di scienziato. Molte delle loro idee e convinzioni derivano infatti dal contesto culturale nel quale stanno crescendo e che loro evidentemente rispecchiano. Pregiudizi, sentimenti, ideali e valori intorno a questi temi possono prevalere su fattori meramente cognitivi e solo affrontando questo pubblico in una maniera alternativa a quella “sottrattiva”, che misura invece quanto i ragazzi sanno o non sanno di scienza, è possibile farlo.

Anche per questa ragione Octs ha finora concentrato buona parte dei suoi lavori sullo studio della figura dello scienziato/a: in quanto incarnazione dell’immaginario intorno alla scienza e supposta come più semplice da caratterizzare piuttosto che parlare astrattamente di “scienza”, indagare la figura dello scienziato è risultato più semplice e immediato nel corso della ricerca in generale, a prescindere dai metodi di analisi utilizzati.

Studiare la figura dello scienziato ha, per esempio, permesso di evitare di parlare astrattamente di scienza con il pubblico dei più piccoli e influenzare le risposte nella necessità di definire parole come “metodo”, “esperimento” ecc.

 

Alcuni risultati

La figura dello scienziato che emerge da bambini e adolescenti è aderente allo stereotipo corrente ma rivela una ben maggiore complessità, in quanto comprende alcune rilevani contraddizioni, essendo ricondotta alle caratteristiche quotidiane, pratiche ed etiche.

Lo scienziato è una persona normale, che guarda a fatti normali con uno sguardo speciale. Lo scienziato non è un genio e non sta sulla torre d'avorio, al contrario vive nella società. I bambini e gli adolescenti hanno chiara la complessa trtama del suo lavoro, della sua dimensione comunitaria e delle sue routine.

La scienza è un'attività sociale: la società ha bisogno della scienza per il proprio progresso, e la scienza ha bisogno della società per il proprio sviluppo. I giovani italiani hanno un'opinione composita della scienza: ha un ruolo significativo nella nostra storia recente e in futuro risolverà molti problemi. Ma, contemporaneamente, la scienza non sarà in grado di vincere le sfide più importanti: la povertà, la fame e la guerra non saranno sconfitte.

Da un punto di vista personale, quella dello scienziato è una professione che i giovani non pensano di praticare: difatti, essere un buono scienziato richiede fare sacrifici e studiare molto.

 

In conclusione

Obiettivo di questo lavoro è studiare la cultura scientifica non come fatto interno alla scienza stessa, ma nella più ampia dinamica sociale dove si assumono e si costruiscono le rappresentazioni delle figure di scienziati e scienziate, del loro ruolo, dei loro obiettivi e metodi, dei risultati e delle attese nei loro confronti.

La scienza entra infatti nella cultura ampiamente intesa attraverso canali molteplici, ibridi, obliqui, a volte invisibili,  nella forma di metafore, stereotipi, oltre che di concetti, nozioni, modelli, formando infine un immaginario che ne influenza la percezione.




(Daniele Gouthier, Federica Manzoli, Ics, Sissa, Trieste)

© Copyright Sissa Medialab srl - Trieste (Italy) - 2006-2009
In collaborazione con Ulisse e Zadig