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La vita di Charles Darwin (1809-1882)

Le persone e gli eventi fondamentali della vita del grande scienziato il cui anniversario della nascita si festeggia il 12 febbraio. Un ritratto di uno scienziato umano, profondo, consapevole, attento e rispettoso della natura e del lavoro dei suoi colleghi.

Quel lunatico di DarwinIl nonno di Charles, Erasmus Darwin era un medico, famoso sia per le sue capacità che per la sua generosità: dalle famiglie povere non solo non voleva essere pagato ma dava loro dei soldi per aiutarli. Era talmente grasso che si fece costruire un tavolo con una rientranza tonda per poter mangiare più comodamente, altrimenti con una tale pancia non sarebbe riuscito ad avvicinarsi al cibo. Erasmus, inoltre, fu uno dei primi ad abbozzare una teoria dell’evoluzione. Il nonno materno Josiah Wedgewood, invece, era un industriale affascinato dai nuovi macchinari a vapore. I due nonni Erasmus e Josiah fondarono la Lunar Society, un club di inventori, scienziati e pensatori, i cui soci si chiamavano “lunatici”.


Robert, figlio di Erasmus anche lui medico e altrettanto grasso, e Susannah, figlia di Josiah, si innamorarono e si sposarono.
Charles nacque il 12 febbraio 1809, in un ambiente benestante e vivace, pieno di idee e frequentato da persone intelligenti. Malgrado ciò da bambino e da ragazzo Charles era un pigrone e dello studio non si interessava minimamente. Il padre fu addirittura costretto a ritirarlo da scuola per scarso rendimento e per comportamento scorretto. D’altra parte la scuola di Shrewbury, frequentata da Charles e da suo fratello, era un posto terribile, malgrado fosse una delle più rispettabili del tempo: “i ragazzi vengono picchiati se non hanno fatto i compiti o se prendono dei brutti voti” si lamentava Charles.
A un certo punto della sua vita, Charles pensò che da grande avrebbe fatto il gentiluomo, che a quel tempo significava “consumare i soldi di famiglia e vivere una vita di piaceri e di ozio”. Suo padre non sapeva più che cosa fare di lui: non voleva un figlio perditempo.




Finalmente all’Università di Cambridge, Charles incontrò un professore di botanica, John Stevens Henslow, che lo mise sulla giusta strada: Henslow gli insegnò il metodo scientifico e riuscì, cosa ancora più importante, a far emergere il suo profondo interesse per la natura. A quel tempo Charles era un bel ragazzo di 22 anni, alto e forte, pieno di energia e con una bella faccia, naso piccolo, fronte spaziosa e occhi intelligenti. I suoi interessi erano le escursioni naturalistiche e la caccia. Il suo sogno? andare alle isole Canarie, il paradiso dei naturalisti.


L’occasione della vita arrivò un po’ per caso, come spesso capita. Era il 29 agosto 1831, Charles tornava a casa a Shrewsbury dopo una lunga escursione naturalistica. La stagione della caccia, la sua attività preferita, stava per cominciare e non voleva perdersene nemmeno un giorno. Con sorpresa trovò un plico che lo stava aspettando. Contieneva due lettere che gli avrebbero cambiato la vita. Il governo britannico cercava un naturalista per un viaggio di due anni che il brigantino Beagle avrebbe fatto intorno al mondo. John Stevens Henslow, interrogato dal consulente del governo, suggerì il suo studente preferito: Charles Darwin. Prima tappa: le isole Canarie! Charles non poteva crederci e, senza pensarci su granché, chiese l’autorizzazione a suo padre. “NO!” rispose categoricamente il dottor Robert, esasperato dal comportamento poco serio di suo figlio “Ti proibisco di andare. Troverai un lavoro e diventerai una persona rispettabile. Basta con questi progetti sconclusionati.” Così con la tristezza nel cuore, Charles scrisse una lettera per rifiutare l’offerta e la spedì immediatamente. Il giorno dopo andò a caccia con suo zio Jos, con il quale si sfogò e si lamentò della sua sorte. Lo zio si rese conto che Charles stava per perdere l’occasione della sua vita, scrisse al padre una lettera con una serie di ragionevoli e sensate motivazioni perché Charles dovesse accettare di imbarcasi sul Beagle. Con sorpresa di tutti il padre si convinse subito a lasciarlo partire. E la lettera di rifiuto che aveva spedito il giorno prima? Magari era già arrivata a destinazione? “Forse è già troppo tardi, forse hanno già trovato qualcun altro”, pensava Charles nella sua corsa verso Cambridge per comunicare a Henslow che aveva cambiato idea e che voleva imbarcarsi sul Beagle…


Per fortuna il posto era ancora libero. C’era un mese di tempo per i preparativi. E innanzitutto doveva andare a conoscere il capitano del Beagle, Robert FitzRoy. La spedizione, infatti, aveva già un naturalista ufficiale, e il principale compito di Darwin a bordo sarebbe stato fare compagnia al giovane capitano che, secondo l’etichetta della Marina britannica, non poteva familiarizzare con l’equipaggio. Charles andò quindi a incontrare il capitano, con la speranza di ottenere la sua approvazione… A FitzRoy non piacque il naso di Darwin, perché — disse — con un naso così un uomo non può certamente essere capace di combinare niente di buono. Tuttavia alla fine i due uomini si piacquero, e il capitano accettò di ospitare Darwin a bordo del Beagle.


Finalmente, dopo alcuni tentativi falliti, il 27 dicembre 1831 il Beagle partì per il suo viaggio che sarebbe durato quasi cinque anni, invece dei due previsti. Il cielo era sereno e l’equipaggio di 72 uomini si era ripreso dall’ultima sbronza. Il mal di mare fu peggio di quanto Darwin si aspettasse! E la tappa alle Canarie una vera delusione: per paura di un’epidemia di colera, in quel periodo le autorità non autorizzavano l’ingresso nel porto a nessuna nave britannica. Darwin, dal ponte del Beagle, vide svanire all’orizzonte il sogno di una vita…


Ma fu questa l’unica delusione del viaggio che lo avrebbe portato a circumnavigare e a esplorare l’America del Sud, con una puntata in Australia, Nuova Zelanda e Sud Africa. La tappa che più delle altre segnò il suo pensiero e la sua vita futura fu alle Galápagos: la straordinaria biodiversità delle isole permise a Darwin di capire come le diverse forme di vita si sono sviluppate le une dalle altre, e gli fornirono anche la prova della correttezza di questa sua intuizione.


A ogni tappa del viaggio Darwin spediva a casa estratti del suo diario e i reperti che raccoglieva nelle sue esplorazioni, e che venivano poi analizzati con cura dai suoi amici scienziati. Quando attraccò al porto di Falmouth, in Inghilterra, nell’ottobre 1836, Darwin era già uno scienziato famoso. Poco dopo si sposò con Emma, che fu una compagna affettuosa e attenta e gli rimase sempre molto vicina. Insieme ebbero dieci figli. Darwin passò il resto della sua vita ritirato in casa a scrivere libri sulla biologia e sulla geologia e a condurre esperimenti per confermare le sue teorie. Lasciò ada altri il difficile compito di combattere per affermare la validità del suo pensiero. Morì il 19 aprile 1882.


Durante il famoso viaggio, Charles compì delle osservazioni naturalistiche sulla geologia, sugli animali e sulle piante, e sulle popolazioni che incontrava con una passione e una professionalità rare. Leggendo il suo diario di viaggio è facile immaginare il suo stato d’animo e il suo desiderio di conoscere. Da queste osservazioni, tutte scritte e documentate, Darwin riuscì a sviluppare importanti teorie nel campo della geologia e soprattutto quella che è ancora oggi il fondamento di tutta la biologia: la teoria dell’evoluzione.

Simona Cerrato


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