Il viaggio tra Bahía Blanca e Buenos Aires
Durante il suo viaggio del 1833 nella Pampa verso Buenos Aires, Charles Darwin fece alcune osservazioni che identificano per la prima volta le due principali unità di paesaggio successivamente riconosciute nella regione, la Pampa interserrana e la Pampa deprimida.
Tutti i depositi ghiaiosi e sabbiosi di questa vasta zona erano compresi in un’unica formazione geologica: la Formazione Pampeana. Essa, in base ai dati paleontologici era stata datata da Darwin a tempi relativamente recenti e considerata in prevalenza di origine marina e di estuario.
Darwin, che era sbarcato a Patagones, lungo il Rio Negro, viaggiò per circa 650 chilometri dal Rio Colorado fino a Buenos Aires seguendo la strada che collegava i posti di controllo militare allineati lungo il vecchio confine occidentale della regione.
Attraversando il primo tratto tra Patagones e Bahía Blanca si accorse della variazione del paesaggio tra quello tipico della Patagonia a quello della pampa. Quando partì da Bahía Blanca e Punta Alta continuando la vecchia strada militare si fermò a Sauce Posta (S sulla cartina) vicina all’odierno villaggio di Saldungaray. Da li attraversò la Sierra de la Ventania dove si fermò per tre giorni esplorando i dintorni descrivendoli come “una montagna desertica costituita di puro quarzo”. Guardando verso nord si accorse che ai piedi della Sierra Ventania si estendeva una piana “vasta come un oceano” che oggi i geologi chiamano depressione di Laprida.
Ritornato alla posta per riposare, ripartì qualche giorno dopo per attraversare la Sierra de Tandil e raggiungere parecchi giorni dopo la posta nei pressi di Tapalqué (T sulla cartina) che descrisse come “una dorsale di rocce quarzose”.
Arrivò a Buenos Aires il 19 settembre 1833, 34 giorni dopo il suo sbarco a Patagones.
Le sue osservazioni hanno permesso di distinguere tre settori principali nella Pampa: due zone depresse – quelle che i geologi chiamano bacini (Colorado e Salado) e una zona sollevata – che i geologi chiamano positivo (Bonaerense).
La Pampa interserrana (in tramontana) di Darwin corrisponde al positivo Bonaerense mentre le zone ribassate a nord e a sud sono i bacini tettonici di Colorado e Salado.
La successione di sedimenti si è in essi accumulata nel corso degli ultimi 11-12 milioni di anni e in almeno quattro fasi principali legate ad altrettante fasi di trasformazione del paesaggio della pampa.
La geologia di Bahía Blanca
L’area di Bahía Blanca aveva affascinato Darwin per la sua geologia e per le tracce di grandi animali estinti. Vi passò quasi due mesi in due successivi viaggi. Il primo tra settembre e ottobre 1832 e il secondo tra agosto e settembre dell’anno successivo.
La prima volta vi sbarcò nel settembre 1832 e ne approfittò per esplorare Punta Alta e Monte Hermoso scoprendo molte delle cose che tornò a verificare l’anno successivo.
Il 19 ottobre 1832 visitò Monte Hermoso per la prima volta. “Alla distanza di circa trenta miglia da Punta Alta, in una scogliera di terra rossa, ho trovato alcuni frammenti di ossa, alcuni di grandi dimensioni. Tra questi sono denti di un roditore, pari per dimensioni e molto somiglianti a quelli del Capybara (ora Phugatherium cataclisticum = Chapalmatherium perturbidum), le cui abitudini sono state descritte, e quindi, probabilmente, un animale acquatico. C’era anche parte della testa di un Ctenomys, la specie è diversa sebbene somigliante al Tucutuco (ora Actenomys Prisco). La terra in cui sono stati inglobati questi resti è rossa, come quella delle Pampas”. Queste scogliere di terra rossa, oggi conosciute come Farola Monte Hermoso per distinguerle dalla spiaggia di Monte Hermoso, sono state descritte da Darwin con maggior dettaglio nel 1846: “A Monte Hermoso c’è una buona sezione, circa un centinaio di metri di altezza, di quattro distinti strati, apparendo agli occhi orizzontali, ma inspessiti un po’ verso il NW. Il più alto, di una ventina di metri di spessore, è composto arenaria tenera laminata obliquamente e tra essa ci sono molti ciottoli di quarzo. Il secondo strato, di solo sei centimetri di spessore, è di arenaria dura, di colore scuro. Il terzo strato è chiaro color fango pampeano e il quarto è della stessa natura, ma più scuro, e non molto compatto”
Circa l’origine di questi strati Darwin scriveva: “sono stati depositati sul fondo di un grande mare aperto, tra 800 e 1000 metri di profondità? Ho molti dubbi, perché in tal caso, le carcasse quasi perfette di piccoli roditori, i cui resti sono così numerosi, devono essere state alla deriva per molte molte centinaia di miglia. Mi sembra molto più probabile, che durante il Periodo Pampeano tutta questa zona fosse cominciata a salire lentamente e che in essa si siano accumulati depositi trasportati dalla corrente.”
Oggi sappiamo che questi livelli di sabbia e ghiaia sono stati accumulati da fiumi che scorrevano in un’ampia piana alluvionale. Ad essi si sovrappongono sabbie di dune e poi di nuovo da ghiaie trasportate da fiumi.
Questo coincide con molte delle osservazioni di Darwin “Mi sembra di gran lunga più probabile, che durante il Pampeano tutta questa zona era cominciata lentamente a sollevarsi e che ampi tratti di terra fossero colonizzati da roditori ed altri quadrupedi e che i fiumi ne abbiano trasportato e accumulato le ossa… Continuando a sollevarsi la terra, sembra che la fonte dei sedimenti non abbia più potuto essere attiva con costanza ed al suo posto solo improvvisi flussi di ciottoli trasportati da piene improvvise abbia continuato ad accumulare sedimenti”.
Uno dei luoghi più importanti visitati da Darwin è Punta Alta. Ha qui trascorso diversi giorni alla ricerca di fossili nel mese di settembre e ottobre 1832 e agosto 1833: “Abbiamo passato la notte a Punta Alta, e mi sono impegnato nella ricerca di ossa fossili; questo punto è una catacomba perfetta per i mostri di razze estinte.”.
La zona esatta dove Darwin aveva trovato i resti fossili di grandi animali è oggi sepolta sotto la base navale di Puerto Belgrano e non è più visibile.
“Punta Alta è situata a circa 30 miglia più a nord di questa baia: si tratta di una piccola pianura, tra i venti e i trenta piedi di altezza, tagliata da una bassa scogliera di circa un miglio di lunghezza, rappresentata nello schema con la scala verticale esagerata… lo strato inferiore (A)… è di ghiaia stratificata e conglomerato… curvilineo, a causa dell’azione delle correnti, immerge in direzioni diverse e conserva un numero straordinario di ossa di mammiferi giganti e molte conchiglie… il secondo strato (B) è di circa quattro metri e mezzo di spessore di fango argilloso rosso, duro, con piccole cavità… lo strato (C) è di ghiaia stratificata, come quello più basso… Questi tre strati bassi sono coperti da un livello discordante (D) di detrito sabbioso con molti sassi di quarzo, pomice e fonolite, terra e conchiglie”.
Le ossa di mammiferi che si trovano in questa sezione “sono stati associati con 23 specie di conchiglie, di cui tredici sono recenti e quattro strettamente legati a forme recenti; se le restanti sono estinte o semplicemente sconosciute questo non si può dire perché sono troppo poche le conchiglie raccolte in questi luoghi. Il fatto però che le specie recenti siano presenti quasi nelle stesse proporzioni di quelle che oggi vivono nella baia, credo possa porre pochi dubbi che questi depositi siano di origine recente e molto probabilmente del periodo Terziario”.
Le ossa di mammiferi che si trovano in questa sezione “sono stati associati con 23 specie di conchiglie, di cui tredici sono recenti e quattro strettamente legati a forme recenti; se le restanti sono estinte o semplicemente sconosciute questo non si può dire perché sono troppo poche le conchiglie raccolte in questi luoghi. Il fatto però che le specie recenti siano presenti quasi nelle stesse proporzioni di quelle che oggi vivono nella baia, credo possa porre pochi dubbi che questi depositi siano di origine recente e molto probabilmente del periodo Terziario”.
Le 23 specie citate da Darwin sono di fatto 20 specie di molluschi, gli altri tre sono balani (Balanus), coralli antozoi (Astrea) e briozoi (Flustra), tutti relativi alla risalita del livello marino degli ultimi 10.000 anni.
Particolarmente degno di nota in questo settore, anche se non viste da Darwin, sono le piste fossili scoperte a pochi chilometri a est nel sito di Pehuén-Có dai ricercatori argentini. Queste camminate sono datate tra 12.000 e 10.000 anni fa e sono molto rare: appartengono a uccelli, grandi bradipi, cammelli.
Un rinvenimento eccezionale è rappresentato dalle orme di uomini primitivi conservate nei pressi di Monte Hermoso datate a circa 7000 anni fa.
Darwin geologo tra Pampa e Patagonia – i Rodados patagonicus
In Patagonia ci sono delle formazioni rocciose molto interessanti. Si chiamano Rodados patagonicus. Risalgono al periodo Cenozoico (cioè il periodo più recente della storia della Terra) della Patagonia. La loro età è compresa tra i 7 e i 2 milioni di anni fa.
Quando Darwin intraprese il suo primo viaggio intorno al mondo lo studioso inglese Charles Lyell aveva da poco pubblicato una monumentale opera che cercava di spiegare come tutte le trasformazioni avvenute sul nostro pianeta fossero state lente e graduali. Questo rappresentava un’importante presa di posizione rispetto alle teorie fino a quel tempo accettate da geologi e biologi secondo i quali tutto sulla Terra avveniva in seguito a eventi rapidi e catastrofici capaci di volta in volta di cambiare completamente lo scenario.
Darwin era convinto che Lyell avesse ragione, e pertanto nel suo viaggio cercò di interpretare i paesaggi e le stratificazioni rocciose con la chiave di lettura della trasformazione lenta e graduale.
Nel 1832, attraversando la Pampa tra Bahía Blanca e Buenos Aires, e poi, gli anni seguenti scendendo verso la Terra del Fuoco, si accorse che tutta la pianura era coperta da uno strato di ghiaia porfirica (fatta cioè di pietre vulcaniche – porfido) spesso poco meno di un metro sul quale si appoggiavano le dune sabbiose. Seguendo poco a poco questo strato si accorse che esso era presente ovunque e per questo lo chiamò strato pampeano o, più tardi, Patagonian single Formation.
Cercò quindi di spiegarne l’origine pensando prima che fossero ghiaie trasportate dai fiumi e in un secondo momento che invece fossero stare portate dal mare, dal momento che nella parte alta dello strato trovava spesso gusci di conchiglie marine. La mise in relazione con un importante aumento di livello delle acque marine durante l’epoca diluviale (Diluvio Universale).
Per lungo tempo, l’origine di questi imponenti depositi di ghiaie e ciottoli è stata oggetto di dibattito tra i geologi che l’hanno attribuita a depositi di torrenti, di ghiacciai o legata a processi di origine marina. Oggi è esclusa l’origine marina, in quanto le conchiglie presenti in molti luoghi si è scoperto fossero state portate da popolazioni umane preistoriche. È accettata l’ipotesi che il deposito di queste ghiaie sia originato da agenti diversi tutti comunque legati al tempo delle grandi glaciazoni: al trasporto dell’acqua di grandi torrenti che scendevano dalle Ande al mare nella parte settentrionale della Patagonia e nelle pianure dell’Argentina e perlopiù dai torrenti allo sbocco dei grandi ghiacciai nella parte più meridionale (Terra del Fuoco). Fossili trovati da Darwin nei pressi di Bahía Blanca (Punta Alta e Monte Hermoso) A Punta Alta, Darwin trovò numerose ossa e placche dorsali di sei differenti animali. “Sono stato davvero fortunato”, scrive al suo professore Henslow riferendosi alle sue prime scoperte. Tra queste vi è il bradipo gigante Megatherium del quale scopre uno scheletro quasi completo. Dopo due anni di ricerche e invii in Inghilterra, Darwin non sapeva ancora se i suoi campioni fossero giunti a destinazione o se fossero naufragati sul fondo dell’oceano. Henslow finalmente gli rispose con una lettera piena di entusiasmo, chiedendogli di spedire ogni piccolo frammento di Megatherium che dovesse rinvenire e di tutti gli altri fossili. Darwin, confortato dall’approvazione del suo professore, riprese a raccogliere campioni con rinnovato entusiasmo. Nell’osservare bradipi viventi e fossili nello stesso continente Darwin nota: “questa meravigliosa relazione tra estinti e viventi nello stesso continente potrà, non dubito, e più di ogni altro fatto, d’ora in poi gettare più luce sulla comparsa e la successiva scomparsa degli esseri viventi sulla nostra Terra”. Altri grandi mammiferi trovati da Darwin in Argentina Glossotherium sp: xenartro, cioè mammifero senza denti, Darwin trova alcune ossa giganti in Uruguai e le classifica come mastodonti. Macrauchenia patachonica: ungulato. Quando lo trova a Port San Julian ritiene sia un mastodonte. Owen lo classifica come affine ai cammelli. Darwin nota la somiglianza con i cammelli attuali e trova così conferma dei lenti, impercettibili cambiamenti che l’evoluzione induce. Oggi è ritenuto un notoungulato (mammiferi estinti tipici del Sudamerica). Mastodon sp: rinvenute a Bajada Santa Fe (provincia di Entre Ríos) e Río Carcarañá o Tercero (Santa Fe Province). Megatherium: sulla strada per Monte Video compra per pochi scellini un cranio di Megatherium Glyptodon clavipes. Raccoglie frammenti del carapace presso Bajada Santa Fe (provincia di Entre Ríos) e Guardia del Monte (provincia di Buenos Aires). Marco Avanzini |