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Un po’ mammifero, un po’ uccello, un po’ rettile

Sequenziato il genoma dell’ornitorinco

Ornithorhynchus anatinus

Apparentemente si tratta di un vero e proprio puzzle naturalistico: becco d’anatra, pungiglione da rettile, uova d’uccello, latte da mammifero. Quando l'ornitorinco fu scoperto alla fine del '700, e una pelle fu mandata in Gran Bretagna per essere esaminata dalla comunità scientifica, gli scienziati inglesi pensarono a uno scherzo a opera di qualche imbalsamatore. Una volta appurata la genuinità della scoperta, lo strano animale è stato classificato fra i mammiferi nell’ordine dei monotremi, gli unici in grado di deporre uova. Oggi però, grazie al sequenziamento del DNA, a opera di un team internazionale guidato dalla Washington University di St Louis, negli Stati Uniti, si scopre che in fondo la prima impressione è quella che conta: l’ornitorinco anche geneticamente assomiglia più a un puzzle che a un mammifero, condividendo geni anche con uccelli e rettili.

Si pensa che l’ornitorinco si sia differenziato da un antenato comune all’essere umano circa 170 milioni di anni fa. La specie mostra alcune caratteristiche tipiche dei mammiferi: è peloso e allatta i suoi piccoli. Ma possiede anche tratti che sono distintivi degli uccelli, depone le uova, dei rettili, i maschi producono veleno, e altri unici dell’ordine dei monotremi, come il sistema che usano per individuare le prede sott’acqua che si basa sulla percezione dei potenziali elettrici.

Lo studio pubblicato su Nature dimostra che tutte queste peculiarità riflettono un collage di geni che assomigliano a quelli di rettili, uccelli e altri mammiferi.

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