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Rapporto ONU: il livello del mare è cresciuto più del previsto

È di sicuro l'evento mediatico del giorno: oggi si comunicano i risultati del rapporto dell'ONU sui cambiamenti climatici. In attesa dei dati ufficiali già nei giorni passati gli scienziati hanno anticipato alcune valutazioni, concordando nel giudicare le stime del rapporto precendente, che risale al 2001, come troppo conservative.

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Stefan Rahmstorf e colleghi dell'Istituto Potsdam per la Ricerca sull'Impatto Climatico, in Germania, hanno confrontato le previsioni fatte dal rapporto del Intergovernmental Panel on Climate Change del 2001 con i dati reali disponibili oggi. I fattori esaminati erano: la temperatura, l'innalzamento del livello marino, e la concentrazione di diossido di carbonio nell'atmosfera.

I ricercatori hanno constatato che in effetti la concentrazione di CO2 fra il 1995 e il 2005 coincide “quasi perfettamente” con le stime dei modelli al computer del 2001. Bisogna mettere però in evidenza il fatto che nonostante l'ultimo rapporto IPCC sia stato reso pubblico nel 2001, i modelli usati per le previsioni non includevano dati reali successivi al 1990. Il motivo di questa apparente mancanza dipende dal fatto che i modelli si basano su equazioni che rappresentano l'approssimazione migliore della nostra comprensione sui processi fisici che governano il clima, e nel 2001 queste equazioni non erano ancora abbastanza avanzate da riprodurre i dati più recenti.

Rispetto alla temperatura, l'innalzamento effettivo si pone vicino all'estremità più alta dell'intervallo di possibile variazione indicato dalle stime del 2001. I dati recenti forniti dalla NASA e dall'Hadley Centre, Regno Unito, mostrano che la temperatura media globale si è innalzata di 0,33° tra il 1990 e il 2006.

Per quel che riguarda invece l'innalzamento del livello del mare, i ricercatori hanno osservato che stime fornite nel 2001 erano più basse rispetto all'innalzamento registrato attualmente. Le immagini satellitari evidenziano una crescita di 3,3 millimetri all'anno nel periodo che va dal 1993 al 2006. Le proiezioni del rapporto IPCC del 2001 invece davano come più probabile un innalzamento annuale di meno di 2 millimetri.

Se però si tiene conto dell'incertezza sul comportamento del ghiaccio continentale, bisogna ammettere che l'innalzamento misurato rientra, appena, entro il limite superiore delle previsioni del 2001. Quest'incertezza ha origine nel fatto che il possibile contributo del ghiaccio della Groenlandia e di quello antartico è ancora in buona parte sconosciuto.

“Le previsioni passate, non hanno esagerato ma addirittura potrebbero aver sottostimato i cambiamenti, in particolare per quel che riguarda il livello del mare,” concludono gli scienziati.

Domenica scorsa Rahmstorf ha parlato così all'Associated Press: “in un certo senso, il fatto di essere molto conservativi e cauti sui rischi del cambiamento climatico è uno dei punti di forza dell'IPCC”.

I ricercatori ammettono che confrontare le stime del 2001 nell'intervallo di solo cinque anni di dati successivi rappresenta una scala temporale troppo piccola rispetto ai cambiamenti climatici. Per questo motivo, Rahmstorf e colleghi ritengono che sarebbe “prematuro” concludere che il livello del mare continuerà nel futuro a crescere secondo il “limite più alto”.

L'IPCC, sotto il patrocinio della World Metereology Organization e del programma ONU sull'ambiente, raccoglie migliaia fra i maggiori esperti mondiali sul cambiamento climatico allo scopo di analizzare e accertare quanto riportato nei risultati della ricerca mondiale. Il risultato del lavoro di revisione di questi esperti, che viene fatto ogni cinque-sei anni, stabilisce quello che va considerato il più alto standard di consenso riguardo i cambiamenti climatici.

L'ultimo rapporto dell'IPCC è stato realizzato oggi, 2 febbraio 2007, a Parigi, Francia.

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