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Quando le placche continentali si fermeranno…

Una nuova e controversa teoria sostiene che le placche tettoniche potrebbero anche fermarsi, quando unite a formare un supercontinente. È accaduto nel passato, e potrebbe riaccadere nel futuro.

Il lato nord dell'Etna (29 luglio 2001)

Immaginate se le placche continentali domani si fermassero. Quasi tutti i terremoti, le eruzioni vulcaniche, gli tsunami e il loro seguito di sofferenza umana smetterebbero di esistere.

L’anello di fuoco che circonda il fondale dell’Oceano Pacifico si spegnerebbe. San Francisco diventerebbe un posto del tutto sicuro per viverci, così come Tokio, l’Indonesia e tutti gli altri luoghi dove oggi i movimenti delle placche causano collisioni nella superficie terrestre.

Anche se non è verosimile che accada in nessun tempo vicino a noi, una nuova controversa teoria afferma che potrebbe avvenire tra circa 250 milioni di anni. E questo evento potrebbe essere determinante per la storia della Terra.

La superficie terrestre è composta di settori solidi, o placche tettoniche, che galleggiano sul mantello, più viscoso. Il loro movimento relativo causa i terremoti e l’attività vulcanica. Allontana anche i continenti l’uno dall’altro, trasformando specchi d’acqua in oceani larghi migliaia di chimomentri.
Gli oceani possono anche scomparire del tutto, quando una placca scivola sotto un'altra in un processo chiamato subduzione, che avvicina masse di terra fino a farle scontrare per poi riunirle in supercontinenti.

Tra 2,6 e 1,1 miliardi di anni fa si formò un supercontinente chiamato Rodinia, e l’attività tettonica potrebbe essersi fermata, sostiene Paul Silver dell’Istituto Carnegie di  Washington DC. Quando si forma una massa delle dimensioni di Rodinia, i processi di subduzione che hanno riunito le placche si fermano. Il buon senso dice che, perché i movimenti tettonici continuino, si deve aprire una nuova zona di subduzione.

Silver afferma che c’è qualche evidenza questo sia davvero avvenuto alla formazione di Rodinia. Tutte le placche si sarebbero fermate per circa 100 milioni di anni. I vulcani sarebbero scomparsi, e la crosta terrestre si sarebbe raffreddata e ispessita. Non sarebbero però rimasta ferma per molto: “Se i movimenti tettonici si fermano per molto tempo, al di sotto il mantello si surriscalda, e ripartono diffusi fenomeni vulcanici”, e questo potrebbe aver fatto riapartire le placche.

Lawford Anderson della Università della California del Sud ritiene che Silver si sia imbattuto in qualcosa di davvero interessante. Pensa che una estesa fascia di granito che attraversa l’emisfero settentrionale possa rappresentare una prova a supporto della sua teoria. I graniti si sarebbero formati mentre Rodinia si fondeva, e sarebbero emersi nel supercontinente.
Sostiene Anderson: «Sotto un supercontinente il mantello si scalda e infine si fonde. Ma nessuno aveva mai pensato prima che le placche tettoniche si fermassero. Penso sia un’idea coraggiosa e stupefacente».

Non tutti gli scienziati sono entusiasti. «È una teoria interessante, ma quasi certamente sbagliata. La subduzione si sarebbe probabilmente spostata nell’antico oceano, dove le evidenze di questo fatto non si sarebbero conservate», afferma Brendan Murphy della Saint Francis Xavier University in Antigonish, Canada. «Comunque questa teoria può spingerci tutti e riesaminare la teoria della tettonica a zolle».

Un’opportunità di testare la teoria di Silver sarà tappena tra 250 milioni di anni quando, se ha ragione, le placche si fermeranno.

Michael Reilly

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