Nella steppa kazaka

A piedi, come ormai sono abituati, con tutti i bagagli sulle spalle hanno attraversato oggi il confine tra l’Uzbekistan e il Kazakistan. Questa mattina c’è stato un piccolo imprevisto: in Uzbekistan oggi è la festa nazionale dell’indipendenza, e quindi, dato che il presidente doveva passare per la città, il traffico era stato interrotto su molte strade… il loro bus è arrivato con 40 minuti di ritardo, ma anche se con un po’ d’ansia ce l’hanno fatta lo stesso ad arrivare al confine puntuali.

Poi hanno trasbordato su un vecchio pullman olandese traballante che li ha portati fino a Chimkent. Sosta pranzo e riposo. Adesso sono su un treno kazako che li sta portando da Chimkent ad Almaty. Partiti oggi alle 18:33 arriveranno domani alle 8:45, ora locale, sono 4 ore in avanti rispetto a noi.

Il treno è come se l’aspettavano. Sovietico, con una sua decorosa dignità. Senza aria condizionata: qiundi quando si viaggia si sopravvive quando si è fermi si cuoce.Procede lemme lemme da un villaggio all’altro attraversando spazi immensi di vuoto: la steppa kazaka. Il Kazakistan è grande quattro volte la Francia ma ha solo 16 milioni di abitanti.

Insomma niente in confronto al fantastico paesaggio del Tajikistan, con le sue vette e le sue valli a precipizio, i suoi fiumi impetuosi e i suoi laghi smeraldini. Qui domina una geometria piatta e un colore beige. Monotono. Non senza il suo fascino. È una terra ricca di risorse energetiche, gas e petrolio.

“A Tashkent è andata bene, — racconta Paolo Gasparini. — Abbiamo campionato una trentina di persone di due comunità vicine, Brichmulla e Khusman. Anche lì, piccolo imprevisto a causa della festa dell’indipendenza. Non siamo riusciti ad arrivare a Khusman che si trova al confine con il Kirghizistan e, in conseguenza dei recenti problemi, hanno bloccato l’accesso alla città… e non ci hanno permesso di arrivare. Però dopo avere campionato la mattina in una comunità di produttori di mandorle e di formaggi, nel pomeriggio ci siamo fermati all’esterno del paese e un gruppo degli abitanti ci ha raggiunto, carichi di prelibatezze e prodotti tipici, marmellate, tisane alle erbe, e quindi abbiamo campionato in una casa al di fuori del paese.”

“Sono realtà un po’ particolari, nel senso che quando si muove un presidente o c’è una festa bloccano tutto perché hanno paura,” continua Paolo. Non sanno i nostri viaggiatori, sicuramente non informatissimi sulle vicende nazionali, che cosa sta succedendo a Roma con la visita di Gheddafi, i suoi trenta cavalli e le 200 hostess…

Un treno in transito sull’altro binario disturba la comunicazione… domani saranno in un albergo tranquilli a Almaty, la più grande città del Kazakistan, e ci sentiremo via skype. Lì è previsto per il 2 settembre un incontro con la delegazione di Terra Madre dove faranno una relazione sull’andamento della spedizione. Come al solito ci saranno campionamenti: sono previste due grandi comunità, una a 100 chilometri e una a 30 chilometri dalla città.

Simona Cerrato

Una galleria di foto bellissime fatte da un treno kazako si trovano qui.

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