In Italia l’acqua è stata privatizzata. È accaduto nel silenzio generale e con un breve articolo inserito in un decreto legge: il 23 bis della legge 133 del 2008. Per essere precisi a essere stato privatizzato è il servizio idrico, l’acqua resta in via di principio un bene pubblico ma di fatto, una volta affidata la sua gestione ai privati, saranno in molti a farne profitti. Quelli che ne avranno danno probabilmente saranno proprio i beneficiari del servizio: i cittadini.
È già accaduto a Latina, dove una società a capitale misto, pubblico e privato, Aqualatina, protagonista di numerose illegalità per cui è ancora aperta una vertenza giudiziaria, ha in poco tempo triplicato le bollette. Di questa vicenda ci parla Paolo Carsetti, del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.
Ma la partita tra acqua pubblica e privata non è ancora chiusa. Le direttive tracciate dal Trattato di Lisbona che differenzia i servizi di interesse economico da quelli di interesse generale indica ai comuni una strada per mantenere una gestione pubblica di questo bene, fondamentale per la vita, la salute e l’ambiente. Ce ne parla Alberto Lucarelli, professore di diritto pubblico all’Università di Napoli Federico II.
Il corpo umano è fatto al novanta percento di acqua, saliva, sputi
Marco Paolini