«Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell'ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare i successi del paese sulla base del Prodotto interno lordo (Pil)». Sono le parole pronunciate da Robert Kennedy, in un discorso del 18 marzo 1968, tre mesi prima del suo assassinio.
Quarant'anni dopo, il progetto DePILiamoci ricorda l’attualità di queste parole e dedica la giornata del 18 marzo a una riflessione sul PIL e sulla necessità di individuare nuovi indicatori del benessere della società, come per esempio il Bil, il benessere interno lordo. Per gettare le basi per un futuro sostenibile, a livello sociale e ambientale. Ma come e perché depilarsi? Ne parliamo con Nello De Padova, autore con Roberto Lorusso del libro DePILiamoci (Editori Riuniti, 2007) e consulente di organizzazioni pubbliche e private per l'innovazione tecnologica. Maurizio Pallante, autore del libro La Decrescita Felice (Editori Riuniti, 2005) e ricercatore nel campo del risparmio energetico e delle tecnologie ambientali, spiega ai microfoni di Sedna perché la correlazione tra crescita economica e benessere non è necessariamente positiva, anzi, esistono molte situazioni in cui a un aumento del PIL si riscontra una diminuzione della qualità della vita.
Il Pil misura tutto eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta
Robert Kennedy
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