Mandorle a Tashkent

Stamane, due ore di strada da Tashkent e ci ritroviamo in un’accogliente casetta di produttori di mandorle del villaggio di Brichmulla, nella regione boscosa di Bostanlyk, dove nel 2009 è stato creato un convivium di Terra Madre grazie alla gran varietà di colture di mandorle che sono all’origine di quelle che consumiamo nel mondo.Vengono con noi anche due amici di Marina, la referente di Terra Madre qui in Uzbekistan. Due giovani laureati in matematica e business administration. Aperti, gentili, curiosi. E ammiratori di Fellini. Stanno proseguendo gli studi in Germania e in Francia e ora sono in vacanza.Il padrone di casa parla inglese e prima di farci accomodare intorno alla solita golosissima tavola (ma che lo ripeto a fare?) ci mostra e ci descrive piccole palline mangerecce dolci e salate: mandorle intere e macinate, miele, formaggio a diversi gradi di stagionatura… E poi burro bianchissimo di capra, noci, yogurt, focacce e pani vari, con e senza cipolle; e alla fine, un intruso plum cake davanti al quale, però, non ci formalizziamo e che spalmiamo con una squisitissima composta di pere.
Dopo l’ottimo brunch, si parte con le campionature arrivate a quota 500 o poco meno, con la consueta varietà di volti, di occhi chiari e di sorrisi aperti che riusciamo appena a trattenere con l’obiettivo.
Alla fine, vorremmo tanto tornare a Tashkent e riposarci, perché quasi nessuno di noi, ormai, riesce più a recuperare la stanchezza, ma ci aspetta la seconda comunità di produttori di mandorle, e naturalmente, il secondo pranzo della giornata e altri test. Raggiungiamo il villaggio di Khusman costeggiando per un pezzo un lago artificiale turchese con la sua grande diga sul fiume Ugam. Dall’alto, vediamo perfino un paio di bianche spiaggette e alcune barche che sfrecciano lasciando dietro scie che si incrociano. Strano paesaggio: dopo un mese, è il primo che sa di relax e di benessere. E, infatti, si tratta di una località di villeggiatura.
Il contesto è molto diverso dalle altre zone del paese che abbiamo attraversato: si capisce che la regione di Tashkent è quella che attrae (o trattiene) più risorse delle altre. Entriamo in un condominio con piscina comune e la casa che ci accoglie con tavolata imbandita ci ricorda tanto, anche nell’arredamento, una di quelle case nostrane per le vacanze che popolano le nostre campagne urbanizzate e ricche. Durante il pranzo (per un misterioso fenomeno, non appena ci accomodiamo ci passa ogni spossatezza) assaggiamo zuppette varie a base di mais, legumi, grano e yogurt, macerati alle erbe, e un dolce che ricorda gli struffoli napoletani. E come ammazza caffè, una ventina di test perfino sul dondolo…
Non si potrà certo dire che in questo ultimo mese abbiamo sofferto la fame: ora che siamo quasi al traguardo, siamo sì sull’orlo di una crisi di nervi, ma anche pasciuti come mai. Fatta eccezione per Nicola che qualche volta è dovuto sopravvivere a pane e acqua!

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