A casa di Darwin (quella vera)

Oggi non possiamo credere ai nostri occhi. C’è il sole. Meno male, perché dobbiamo fare una scampagnata in Kent, questa volta nella vera casa di Darwin a Downe. Bisogna andare con la metropolitana fino a Victoria Station, qui prendere uno dei treni locali, scendere a Bromley South Station. Prendere il bus 246, scendere a Biggin Hill Black Horse, e prendere il bus R8. Scendere a Downe e andare a piedi fino alla casa di Darwin! Sembra possibile? Sono solo trenta chilometri e dobbiamo fare quattro cambi con il rischio di perdere qualche coincidenza e aspettare poi un’ora sperduti da qualche parte. Questa spedizione a Londra, per quanto riguarda i trasporti, è molto più complicata di tutte le altre che abbiamo fatto, dalle isole Galápagos, a più di 1000 chilometri dalla costa dell’Ecuador, sui vulcani italiani in mezzo al Mare Mediterraneo… alla sconfinata Argentina. Insomma alla fine prendiamo una macchina, perché non vogliamo perderci nella campagna inglese.

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A casa di Darwin

Sono passati sei mesi. Siamo in un’altra grande capitale. Ed è di nuovo estate, visto che ci troviamo nell’emisfero settentrionale e nel frattempo le stagioni si sono invertite. La capitale è Londra. Ma non sembra proprio di essere in estate. Ci sono pochi gradi sopra lo zero, piove di quella pioggia invadente e avvolgente, dalla quale non si riesce a ripararsi. Tipica di questi parti. Ci siamo messi addosso tutti i vestiti che abbiamo ma fa ancora freddo. In albergo il termosifone è acceso.

Pazienza, tanto oggi stiamo al coperto. Andiamo al Natural History Museum. È vicino all’albergo e quindi non avremo tempo di bagnarci né di raffreddarci troppo.

Non è la casa dove Darwin è vissuto, ma è quasi come casa sua. Di fatto lui troneggia in cima alla scalinata centrale della maestosa navata centrale, seduto su uno scranno di marmo bianco, il viso serio, la barba lunga, lo sguardo pensieroso, forse un po’ triste.

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Breaking news: estamos perdidos!

Siamo nella pampa sconfinata. Il pullmino slitta sulla sterrata di sabbia e non abbiamo la minima idea di dove sia questa Estancia Isabela!

Per sdrammatizzare Radio Darwin intrattiene il pubblico con barzellette (bilingui naturalmente) e canzoni. Mentre racconta, Monse ride a crepapelle prima ancora di finire la barzelletta… Pietro canta il rap dell’Inter tra le incitazioni delle ragazze, poi si passa agli inni nazionali. Quello italiano (Pietro lo sa tutto!) è veramente brutto.

Troviamo finalmente un’indicazione che dice di andare a destra. Pablo vuole andare a sinistra, ma la maggioranza decide di seguire diligentemente le indicazioni. La maggioranza si sbaglia. Pablo ha ragione. Telefoniamo ancora una volta alla estancia e ci confermano che la direzione è quella opposta a quella indicata dalla freccia disegnata sullo pneumatico che fa da cartello. Ci vengono incontro con un fuori strada. E finalmente arriviamo a destinazione. Ormai sfiniti. Continua

Un giorno bellissimo

Oggi ci siamo svegliati e siamo partiti verso il Puente del Inca. Lo abbiamo visitato e Marco ci ha spiegato come si è formato, raccontandoci l’ipotesi di Darwin e quella di Lyell che era quella giusta. Ma prima ci ha fatto dire la nostra ipotesi. Dopo ci siamo fermati a mangiare i panini. (volvimos por la ruta que iba al hotel pero seguimos de largo al Bosque Darwin.)

Nel Bosco Darwin abbiamo visto grandi tronchi fossilizzati ancora in piedi. Carme e Pietro si sono seduti facendo finta che fossero dei troni. Diventava sempre più freddo perché il cielo si era rannuvolato e soffiava il vento. La strada per arrivare al Bosco Darwin è sterrata ma oggi era di fango schifoso: così abbiamo dovito fare due chilometri a piedi! Ma al ritorno il nostro carissimo autista Luis ce l’ha fatta a superare il guado e venire a prenderci. Continua